Le criticità dell’”istituenda” pista ciclabile della città metropolitana di Reggio: tra immondizia e auto parcheggiate
Nessuna “lectio magistralis” per carità, piuttosto vorrei capire meglio e di più in merito “l’istituenda” pista ciclabile della città metropolitana di Reggio Calabria. La disamina che affronteremo sarà “fluida” e non “incerta” come la pista ciclabile della città dello stretto! Definizione di “pista ciclabile” tratta da enciclopedia libera in rete: Una pista ciclabile (o percorso ciclabile o ciclopista) è un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è escluso. Lo scopo di tali percorsi è separare il traffico ciclabile da quello motorizzato e da quello pedonale, che hanno velocità diverse, per migliorare la sicurezza stradale e facilitare lo scorrimento dei veicoli. Essi, proprio per la maggiore sicurezza dei ciclisti, svolgono anche il ruolo di strumento per lo spostamento di quote di mobilità dal mezzo motorizzato privato alla bicicletta, riducendo in tal modo congestione e inquinamento. Un concetto correlato è quello di rete ciclabile: le piste ciclabili di una città svolgono un ruolo nella viabilità globale, nella sicurezza ecc. se sono fra loro interamente collegate in rete, in continuità fra di loro e su ogni singolo percorso. Il disegno della rete è una attività di pianificazione e gestione della mobilità urbana. Parafrasando il famoso trio de ” i Tretre”, attori comici e cabarettisti napoletani che in molti ricorderanno nel mitico programma televisivo “Drive in”, ideato e scritto da Antonio Ricci nei primi anni 80, direi: “E’ chiaro il concetto”…! Bene (o forse male, anzi malissimo)! Allora tutti in “sella” alla bici per il nostro excursus di questa “benedetta” pista ciclabile che, a dir il vero, preoccupa e non poco (speriamo lo sia proprio “benedetta” perché i ciclisti che le percorreranno ne avranno tanto bisogno)! Eviterò riferimenti particolareggiati e alcuni scatti fotografici mi saranno d’ausilio per concettualizzare. Partiamo dalla foto 1. E’ evidente che questo tratto del percorso ciclabile non è per niente separato dal traffico motorizzato e/o da quello pedonale. Infatti, essi sono esattamente parallelamente attigui. Noterete che il “progettista” ha “ben pensato” (???) di far installare, per “separare la porzione destinata ai veicoli motorizzati e quella riservata ai pedoni, dei “dissuasori” in “cls” (cemento espanso). Cosa sono i “dissuasori” e a cosa servono? Un dissuasore è un dispositivo stradale utilizzato per impedire il passaggio o la sosta ai veicoli, non certamente per delimitare una pista ciclabile! Costo di ciascun “dissuasore” circa € 50,00 + I.V.A. Quanti se ne conteranno di questi dissuasori nella pista ciclabile di Reggio Calabria? Al “certosino ragioniere” lasciamo la conta e la comunicazione del dato economico sostenuto da una città, Reggio Calabria, che non “naviga” certo in acque chete ormai da diversi anni! Ipotizzo: se anche a seguito di questa modesta riflessione, i famigerati dissuasori dovessero essere rimossi, quale nuova destinazione e quali costi il comune dovrebbe sostenere ancora per il loro ricollocamento? Una spesa da Guinness World Records! Ricordate, ho definito questa pista ciclabile “benedetta”! Già, solo il buon Dio potrà scongiurare che una rovinosa caduta del “ciclista” possa divenire fatale! Immaginiamo cosa questi dissuasori potrebbero causare se malauguratamente si dovesse sbattere violentemente la testa o altra parte del corpo. Di quali danni traumatologici potrebbe essere vittima il ciclista sperando che siano reversibili? Lo stesso dicasi se l’attempata signora (leggasi pedone) nel caso in cui dovesse perdere l’equilibrio e cadere! Domando al progettista: la collocazione di questi dissuasori, a mio modesto avviso impropriamente utilizzati, sono invece motivo di “sicurezza” per ciclisti e pedoni? Sarebbe tanto gradita la spiegazione invocata! Passiamo alla foto 2. La foto mette in risalto che la pista ciclabile é interrotta da un auto parcheggiata proprio sul tratto interessato! Senza fare retorica in merito l’educazione e il senso civico che spesso lascia a desiderare (non è proprio solo a una sparutissima minoranza di cittadini ad onor del vero), e per dirla alla “Lubrano”, grande giornalista già conduttore di “mi manda Rai tre”, “La domanda sorge spontanea”: … e i Vigili Urbani saranno intervenuti per sanzionare e ricreare le condizioni di percorribilità della pista e della confinante porzione del calpestio pedonale? A chi scrive non è dato sapere. Foto 3. Oggi, “lunedì dell’Angelo”, quest’altro tratto della pista ciclabile è interrotto da rami potati la settimana scorsa. Una piccola divagazione, ma non troppo. Questo “scatto” mi procura malinconia, non solo perché mi riporta indietro con gli anni, ma soprattutto perché mi ritorna in mente una delle tanti frasi del grande Sindaco di Reggio Calabria “Italo Falcomatà”: … è il buon senso che fa grande una città! Proprio il buon senso avrebbe imposto la pulizia del sito immediatamente dopo la potatura degli alberi, non solo per il ripristino della destinazione d’uso del sito, ma anche per il decoro e la dignità di cui spesso si parlava con il compianto Falcomatà! Francamente “ho poltrito” anche dopo la sosta “Pasquale” e non ho il dato numerico di quanto ad oggi sia costata la pista ciclabile ai cittadini di Reggio Calabria! Senza abusarne, perché potrebbe causare dipendenza, “scommetterei” che la cifra farebbe inorridire i reggini che di priorità, da tempo, ne hanno già tante e molto più impellenti! Visto che ho scomodato noti cabarettisti e giornalisti illustri, riprenderò anche la celeberrima e “inflazionata” frase del Principe Antonio De Curtis in arte “Totò”: … e io pago, e io pago! Ribadisco: Una spesa da Guinness World Records! Foto 4. Vuoi vedere che la segnaletica posta in più parti della pista non (???) ancora ciclabili-tata sta a indicare che ho ben osservato e che proprio i dissuasori sono la “causa” dell’attuale divieto di accesso ai cicli nella pista? In attesa: “ciclette da camera” per non correre rischi!