Reggina, gli australiani hanno risposto. E non scherzano. Ma ancora non è fatta…

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Gli imprenditori australiani, guidati dal ricco e potente Nick Scali, confermano l’interesse per la Reggina ma chiedono ulteriori chiarimenti rispetto ad alcuni dettagli

La risposta è arrivata, in anticipo rispetto al weekend quando era attesa. Stamattina gli imprenditori australiani interessati a rilevare la Reggina, guidati dal ricchissimo Nick Scali, hanno alzato la cornetta del telefono, composto il numero di Lillo Foti e gli hanno riferito l’esito dei loro incontri, delle loro analisi e della loro decisione sulla trattativa che deciderà il futuro della Reggina Calcio. Foti era preparato e sapeva che un “si” avrebbe rilanciato la società che ha guidato per 29 lunghissimi anni, mentre un “no” avrebbe aperto scenari drammatici per il futuro del club.

La risposta degli australiani, in realtà, è stata interlocutoria. Ne’ “si” ne’ “no”, ma potremmo dire un “ni“. Gli imprenditori, infatti, hanno confermato grande interesse nei confronti della Reggina, ma hanno chiesto alcuni chiarimenti sui dettagli dell’operazione.

La cordata di imprenditori italo-australiani ha chiesto di rilevare la maggioranza della società, quindi almeno il 51% delle quote azionarie del club, come d’altronde era facilmente immaginabile. Chi sarebbe così fesso da mettere dei soldi senza avere potere decisionale? Gli australiani hanno intenzione di mettere soldi (e tanti, tantissimi) nella Reggina, ma vogliono ovviamente esserne i proprietari, avere autonomia di scelta e pieni poteri gestionali. Almeno inizialmente, Foti rimarrebbe all’interno della compagine societaria, come richiesto dagli stessi acquirenti e nuovi eventuali proprietari, come socio di minoranza e soprattutto come uomo che metterebbe la sua esperienza nel mondo del calcio italiano al servizio della società. Nella telefonata a Foti, gli imprenditori hanno ribadito l’apprezzamento e l’interesse per la società e il marchio Reggina, però hanno posto degli interrogativi importanti sulle prospettive future. Hanno chiesto a Foti di illustrargli un progetto in cui vengano descritte le potenzialità della Reggina in prospettiva.

Adesso la palla passa nuovamente a Foti, che entro dieci, massimo quindici giorni, è chiamato a fornire questi chiarimenti ai suoi interlocutori. La Reggina e Foti sembrano pienamente nelle condizioni di dare riscontri positivi su quanto richiesto, anche perché questa trattativa con gli australiani è l’unica soluzione che può salvare il club e rilanciarlo nel calcio che conta, oltre a rappresentare una straordinaria opportunità per la città di Reggio Calabria che non ha mai avuto un investimento privato di tale portata. Lo ripetiamo, si parla di soldi, tanti soldi, non solo per la squadra di calcio ma per tutto il contesto che le ruota intorno, e quindi per la città (impianti, strutture, immagine). Gli australiani vorrebbero proporre a Reggio il modo di fare calcio in Australia, molto integrato con il territorio, creando un circuito diretto tra la Reggina e l’Australia. Facile immaginare le tournée amaranto in Oceania e i risvolti anche turistici di cui Reggio potrebbe beneficiare da quest’operazione. Non solo i tifosi della Reggina, ma tutti i reggini dovrebbero in questo momento sperare che la trattativa vada in porto: nel momento forse più buio della storia della città (che coincide con quello più deprimente della Reggina), c’è una grande e unica chance di rilancio. Una chance seria, senza precedenti e basata sulla professionalità di imprenditori milionari di livello internazionale.

Certamente l’appeal della Reggina e di Reggio Calabria sono cresciuti grazie alla straordinaria stagione che questo territorio ha vissuto nel primo decennio del nuovo millennio, sia dal punto di vista cittadino che sotto il profilo sportivo e calcistico. Adesso, però, la realtà del territorio è ben diversa, far sfumare un’occasione del genere sarebbe un peccato mortale.

Anche perché dalle altre soluzioni “tampone” è venuto fuori un nulla di fatto, vedi l’emendamento al Consiglio Regionale bocciato dagli stessi consiglieri reggini del Partito Democratico, un “no” che ha evidenziato la debolezza del Sindaco Falcomatà vicino alla Reggina fino al momento soltanto a parole. Decine di volte il Presidente Foti ha incontrato negli ultimi mesi lo stesso Sindaco, ma anche il Presidente della Provincia Raffa, senza ottenere risposte che vadano le dichiarazioni tipicamente politichesi della “Reggina orgoglio del territorio” e ancora “Reggina bene da tutelare“, a cui non c’è mai stato un seguito concreto. Il territorio non ha la forza, le risorse e forse neanche la volontà, di supportare la Reggina in questo momento così difficile. L’unica grande opportunità per tornare ai fasti di qualche anno fa è quella che arriva dall’Australia. Lasciarsela sfuggire sarebbe davvero un delitto.

Chi è Nick Scali

Nick Scali è un imprenditore reggino (nato a San Martino di Taurianova il 26 maggio 1933) che ha fatto grandi fortune in Australia dove s’è trasferito nel 1952: ricchissimo grazie alle sue attività di successo nel settore dell’arredamento e in modo particolare dei mobili, è diventato anche influente e potente a livello internazionale. Da ormai oltre un decennio guida tutte le Camere di Commercio italiane in Australia ed è il leader del Movimento Associativo Italiani all’Estero in Australia, il partito politico nato nel 2008 dopo l’istituzione del voto degli italiani all’estero. Molto legato all’Italia e a Roma, soprattutto a livello politico, Scali non ha mai dimenticato la sua terra d’origine, la Calabria e Reggio. L’idea di investire nella Reggina per rilanciare una serie di progetti e investimenti a Reggio Calabria lo stuzzica dal 2011, quando è nata la lunga e delicata  trattativa con Lillo Foti, decollata a fine 2014 e adesso arrivata ai titoli di coda. Gli australiani vogliono chiudere in fretta. Certamente prima dell’82° compleanno di Scali.

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