Da Reggio a Milano si continua a sparare. Porto d’armi: in aumento le licenze per uso sportivo

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Dopo quanto accaduto qui a Reggio Calabria, si è continuato a sparare anche nel tribunale di Milano; Giardiello deteneva il porto d’armi per uso sportivo. I dati che attestano l’aumento delle licenze

Gian Mattia D'Alberto / lapresse
Gian Mattia D’Alberto / lapresse

Considerati fatti come quello avvenuto a Milano, su Repubblica il giornalista Fabio Tonacci ragiona su quanti in Italia possiedono il porto d’armi e per quale ragione. Ci sono tre tipi di licenze concesse, si trasmette: per uso di caccia, per uso tiro a volo e per difesa personale; tale licenza è rilasciata solo in casi di giustificata difesa, e solo tramite quest’ultima viene permesso di girare in strada con l’arma in tasca e pronta all’uso. A rilasciare il permesso è la Prefettura, dopo una complessa procedura; ad oggi, ne sono in possesso solo 20.162 persone.

Ancora una volta, i fatti di cronaca quotidiana portano a ragionare sulla società, su situazioni che prima forse non venivano nemmeno prese tanto in considerazione. Gesti “folli” come quello di Claudio Giardiello, così come anche quello di Fausto Bortolotti qui a Reggio, fanno pensare, riflettere, nel cercare di capire com’è possibile che accadano ancora queste cose.

Come si legge su Repubblica, non è mai stato reso pubblico dalle autorità il numero ufficiale di fucili e di pistole legalmente detenuti in Italia; certo è che Giardiello è uno dei 397.384 italiani a possedere il porto d’armi per uso sportivo. Questa licenza, secondo i dati del Viminale, a differenza del numero complessivo dei cittadini con porto d’armi negli ultimi 4-5 anni che rimane in sostanza invariato, dal 2007 va ad aumentare (397.384 oggi, 187.000 nel 2007) e chi la possiede, oltre alle guardie giurate o a persone che mirano ad ottenere più punti nei concorsi delle forze armate, sono anche tutti coloro che, spaventati da episodi di cronaca come quelli di Milano, si iscrivono ai corsi di maneggio dell’arma in poligoni accreditati; stesso corso che ha anche frequentato Giardiello, attesta il giornalista Tonacci, sottoponendosi a due visite mediche, portando i certificati attestanti la pulizia della sua fedina penale e ottenendo, così, l’autorizzazione dalla Questura per comprarsi l’arma.

reggio spari teatro cilea (5)È attestato anche il fatto che il fatturato delle armi non militari in Italia sia di circa 800 milioni e che muova un indotto complessivo di quasi 8 miliardi, anche se, si riporta sempre su Repubblica, “secondo l’Anpam — l’Associazione nazionale produttori armi e munizioni sportive e civili — la maggiore domanda di semiautomatiche 7.65 e fucili a canna doppia sovrapposta (i modelli più richiesti) non arriva dai connazionali”.

Eppure a sparare a Milano, così come anche qui a Reggio, sono stati due italiani. Ragionare su chi ha sparato, però, sul perché, sul come e su chi ha dato o no loro la licenza, non può cambiare lo stato delle cose: vittime e paura, sono le strette conseguenze di ciò che sta avvenendo in Italia, stragi che vanno ad aggiungersi a quelle di cui sono vittime altre popolazioni nel mondo.

 

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