Blitz nel campo rom nel cosentino con ruspe e pale: scovato un quintale di rame

StrettoWeb

Sulle rive del Crati, nel cosentino, il campo rom è stato “assaltato” da un centinaio di agenti

 Tra la notte di Martedì 5  e Mercoledì 6 Maggio, nel cosentino è stato dato via ad un blitz nei campi rom del territorio, a cominciare da quello che si estende presso la zona del Crati. Un centinaio di uomini della Mobile, delle Volanti, della Polfer e della Stradale hanno iniziato ad invadere il campo rom per scovare le quantità di rame che negli ultimi mesi sono stati rubati dalla linea ferroviaria Cosenza- Paola. L’assalto al campo rom è stato organizzato senza tralasciare nulla: squadre di ruspe, agenti con metaldetector e perfino cani antidroga sono giunti sul posto pronti a realizzare un’ispezione a 360 gradi. Gli agenti armati di picconi e badili hanno iniziato a compiere una ricerca minuziosa in ogni angolo del campo per cercare di scovare in primis il rame ed eventuali altri elementi che possano portare alla luce i traffici illeciti di questi gruppi di nomadi. L’area del cosentino infatti, è vittima di continui atti di vandalismo e illegalità ad opera dei rom, che ormai assediano la zona a discapito dell’incolumità e della sicurezza dei cittadini residenti regolarmente e legalmente.

Non si tratta dunque di un accanimento infondato volto a distruggere le case di cartone,le baracche ed i pochi averi (apparenti)di questa gente, ma si tratta più che altro di un’urgenza di ripristino della legalità posto che i rom nella zona sono stati fin da subito i primi indiziati per i furti di rame contenuto nelle serpentine che spariscono lungo la linea ferroviaria Cosenza- Castiglione-Paola; i binari sono stati manomessi per rubare il prezioso metallo, creando guasti elettrici e di conseguenza disagi per i pendolari. Gli agenti, durante il blitz, hanno di fatti ritrovato il bottino illecito in mezzo ad un canneto, dove erano nascosti circa un quintale di rame e 3 tonnellate di guaine isolanti marchiate “Rete ferroviaria italiana” e “Telecom”, la prova lampante che ha avvalorato i sospetti già forti delle forze dell’ordine. Il business del rame non è nuovo nella zona del Crati, dove i rom hanno una sorta di monopolio indiscusso nel furto e rivendita del prezioso metallo. Addirittura, alcune testimonianze, hanno fatto sapere che dopo ogni colpo ben riuscito dal campo rom sale una colonna di fumo che si produce proprio dalla combustione della guaina di gomma che avvolge il rame, operazione necessario dunque per “prelevarlo”. Il rame poi è successivamente venduto attraverso canali di traffico illecito a circa 6 euro al chilo. Ciò significa che questo mercato frutta ai rom migliaia di euro, a danno delle rete ferroviaria calabrese, luogo preferito per gli assalti a caccia dell’oro rosso.

 

Condividi