Calabria: Wanda Ferro sulla proposta di referendum del nuovo Statuto Regionale

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Wanda Ferro replica al Senatore Biliardi sulla proposta di referendum del nuovo Statuto Regionale

Di seguito una dichiarazione della vice coordinatrice regionale di Forza Italia Wanda Ferro a proposito della proposta di referendum sul nuovo Statuto Regionale:
Sulla modifica dello Statuto regionale, – esordisce la vice coordinatrice di Forza Italia Calabria – sono costretta a restituire al mittente l’invito del senatore Bilardi di inviare una nota dettagliata e motivata al ministero delle Regioni chiedendo l’impugnativa della legge di revisione statutaria davanti alla Corte Costituzionale. Il senatore evidentemente ignora che il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 29 aprile 2015, ha deciso di non impugnare davanti alla Consulta la legge di revisione statutaria voluta dal presidente Oliverio e approvata dal Consiglio Regionale della Calabria.

Tralasciando le valutazioni su eventuali profili di incostituzionalità della legge, non si può certo sostenere che la mancata impugnazione da parte del Governo Renzi costituisca garanzia di legittimità: basti pensare alla decisione del Tar Calabria di rinviare all’esame della Consulta, rilevandone profili di incostituzionalità, la nuova legge elettorale calabrese, che lo stesso Governo Renzi non aveva impugnato. Quanto alla richiesta dei sette consiglieri regionali, espressione di Forza Italia, che hanno già firmato il documento per chiedere l’indizione del referendum sulle modifiche statutarie volute dal presidente Oliverio, sbaglia il senatore Bilardi là dove afferma che avrebbe il solo scopo di fare ostruzionismo: non è certo Forza Italia che ostacola o rallenta l’attività di governo del governatore Oliverio, tanto che una autorevole voce del Ncd quale il senatore Gentile appena pochi giorni fa ha lamentato la chiusura ‘a riccio’ della maggioranza, che ignora le proposte avanzate dallo stesso partito di Bilardi. Inoltre non credo, come sostiene il senatore, che il tema oggetto del referendum non interessi i calabresi, che invece comprendono perfettamente che restituire loro l’ultima parola sullo statuto della regione non costituisce uno spreco di denaro, ma un diritto sancito dall’art. 123 della Costituzione, in una materia che ha grande rilevanza per le sorti della Calabria e per il futuro dei suoi giovani.

Semmai proprio le modifiche statutarie introdotte dal presidente Oliverio determineranno maggiori costi che i cittadini calabresi saranno costretti a sopportare. Infatti, le modifiche al nuovo Statuto regionale non sembrano avere l’obiettivo di rendere più snella ed efficiente la macchina regionale, piuttosto quello di consentire al Presidente Oliverio di distribuire nomine per soddisfare le pretese delle variegate anime della coalizione che lo ha sostenuto in campagna elettorale e trovare così un equilibrio nella sua maggioranza. La Carta “costituzionale” della Regione viene utilizzata per risolvere i problemi politici della maggioranza attraverso l’aumento del numero degli assessori e l’introduzione della figura del consigliere delegato, senza che sia posto alcun limite al numero dei consiglieri ai quali possono essere delegate specifiche attività e senza che sia precisata la natura dell’attività delegabile. Oliverio ha inventato uno strumento che potrà consentirgli di accontentare ogni singolo componente della sua maggioranza (o anche fuori dalla sua maggioranza) con un pezzetto di potere politico e di visibilità attraverso un aumento surrettizio del numero degli assessori, anche se di secondo livello.

Il consigliere delegato, infatti, partecipa alle riunioni di giunta che si occupano della materia delegata, anche se senza diritto di voto, e, per l’esercizio della delega, utilizza gli uffici del Dipartimento cui la delega afferisce, con conseguente inevitabile incremento dei carichi di lavoro degli uffici che, in aggiunta ai loro compiti, dovranno supportare il consigliere delegato nella cura del proprio orticello. Per questi motivi abbiamo ritenuto che sullo Statuto regionale si debbano pronunciare i calabresi e colgo l’occasione di ringraziare l’on. Santelli, la quale ha ritenuto di aderire alla mia proposta senza alcuna esitazione, anzi rilanciandola con grande determinazione. Il referendum popolare, al contrario di quanto pensa il senatore Bilardi, potrà restituire ai calabresi il diritto di essere ben governati senza la vecchia logica di spartizione delle poltrone – conclude – che bisogna restituire al passato”.

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