Messina, dalle parole ai fatti: gli ambulanti tengono in scacco Palazzo Zanca

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Stamane ancora urla contro il sindaco: cresce la tensione

Per una volta ci sentiamo di dirlo senza alcuna remora di sorta: nel confronto con gli ambulanti di Minissale, il sindaco Accorinti siede dalla parte della ragione. Il rispetto della legalità sta diventando un optional in questa città e non si possono assecondare gli istinti belluini di chi, con la scusa della povertà, pensa di poter fare il bello e il cattivo tempo a spese delle istituzioni.

Una normale operazione dei Carabinieri della Compagnia di Messina Sud, volta a reprimere il fenomeno dell’ambulantato abusivo, è divenuta il pretesto per alimentare il caos. Urla, frasi offensive, minacce sono state indirizzate ai rappresentanti del governo cittadino, agli agenti della Polizia Municipale e agli operatori dell’informazione, rei di non assecondare collettivamente i peggiori adagi dei mercati improvvisati.

Sì, perché mentre i commercianti onesti, come sottolineano dalla Questura, pagano licenze, autorizzazioni, concessioni e tasse – e magari litigano con l’Amministrazione per il regolamento Cosap –, ad alcuni privilegiati dovrebbe essere garantito il libero esercizio in strada, senza controlli di sorta perché “tutti devono mangiare“.

Accorinti si trova innanzi ad un ostacolo difficile: da un lato c’è la necessità di non fare un passo indietro sul versante del rispetto della legge, dall’altro il qualunquismo pauperista che spesso alberga nelle coscienze dei benpensanti e che trasforma i delinquenti in vittime. Non è così. Questo Comune ha offerto la propria cittadinanza al pm Di Matteo, non perché il magistrato sia bello e simpatico, ma perché – nell’opinione di Consiglio e Giunta – esso incarna l’impegno dello Stato contro la criminalità. Un passo indietro oggi, innanzi a chi pensa di poter assaltare il Comune con la propria protervia, rappresenterebbe un nonsenso.

Il primo cittadino ha già dimostrato il proprio tatto: l’assessore Panarello, nonostante le urla becere di ieri, aveva aperto al confronto che si sarebbe dovuto tenere nella mattinata di oggi. Invece di aspettare il proprio turno, gli ambulanti hanno fatto irruzione nell’ufficio del vice-sindaco e hanno tentato di forzare la porta della stanza di Accorinti. Sono dovute intervenire le forze dell’ordine, in primo luogo gli uomini della Digos, per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente.

E’ accettabile tutto questo? E’ accettabile che una Giunta – forse impopolare, di certo democraticamente eletta – debba rispondere di rimessa di fronte ai ricatti degli abusivi? E’ accettabile che la “casa dei cittadini”, com’è stato ribattezzato Palazzo Zanca, sia esposta alla mercé di chi usa la violenza come metodo intimidatorio? Noi pensiamo di no. Se gli abusivi vogliono esercitare la propria professione, devono mettersi in regola come tutti gli altri e le proteste non possono assumere una natura eversiva.

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