MessinAmbiente: sono 29 i dipendenti diffidati. Cresce la tensione, i sindacati pronti allo sciopero

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Dopo le contestazioni, Ciacci usa la mano pesante nei confronti dei lavoratori

Le proteste si sono spinte oltre ogni limite, attirando l’attenzione della stampa e ledendo direttamente l’immagine della società: con questa motivazione, la partecipata del Comune addetta alla gestione e alla rimozione dei rifiuti ha diffidato i propri dipendenti per il “grave atto d’insubordinazione” che ha portato al coinvolgimento delle forze dell’ordine.

Ad essere presi di mira da questo virtuale cartellino giallo, per usare un’analogia sportiva, sono stati 29 operatori, sei dei quali rei di avere rilasciato interviste che hanno insozzato l’immagine di MessinAmbiente. A minare la credibilità della partecipata nell’era di “Pace e Rivoluzione” non è pertanto il ritardo nel riconoscimento delle mensilità, quanto le dichiarazioni improvvide dei lavoratori arrabbiati: l’ennesimo curioso caso della gestione Ciacci.

I sindacati, che pure hanno il torto di non aver saputo gestire la protesta, trincerandosi dietro la giustificazione dell’esasperazione sociale e abdicando alla propria funzione mediatrice, hanno additato lo stato di polizia imposto dai vertici aziendali, manifestando stupore per la volontà del commissario di non scendere a più miti consigli.  Del resto le inequivocabili espressioni utilizzate dal numero uno della partecipata pochi istanti dopo la contestazione, allorquando aveva paragonato i fatti di via Dogali alle sue missioni Onu in Guatemala o Chiapas, lasciavano intendere che lo stesso manager non avrebbe facilmente soprasseduto innanzi alle proteste.

Ciò che colpisce, però, è il silenzio dell’Amministrazione. Ialacqua ha duramente censurato i lavoratori, additando il metodo squadrista utilizzato, evocando un assalto di littoria memoria. Non una parola d’autocritica, però, è stata espressa sul fronte gestionale da Palazzo Zanca, quasi che i lavoratori fossero stati simultaneamente colti da un raptus di follia.

L’incontro di stamane si è concluso ovviamente col muro contro muro, laddove le sigle hanno ribadito la volontà di scioperare mercoledì 20 maggio, qualora dovessero registrarsi nuove difficoltà sul fronte remunerativo.

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