‘Ndrangheta, maxi colpo a una cosca imprenditoriale d’elite: arrestato il proprietario dei “Due Mari” di Lamezia Terme

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Arrestato il proprietario del centro commerciale “Due mari”, Franco Perri

Siamo riusciti a colpire una cosca d’elite della mafia imprenditrice, più sfuggente rispetto ad altre. Adesso Lamezia è più libera“. Cosi’ il procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo ha sintetizzato i risultati dell’operazione Andromeda condotta stamani contro la cosca Iannazzo. “Oggi – gli ha fatto eco il direttore del Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia, Renato Cortese – i cittadini di Lamezia non hanno più alibi per dire che lo Stato non c’e’“. “Gli imprenditori – ha aggiunto Lombardo – erano talmente succubi degli Iannazzo che c’era chi si recava a casa del boss in occasione delle festività per pagare spontaneamente ed evitare richieste estorsive di altri gruppi criminali”. Il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, dal canto suo, ha sottolineato la complessita’ di portare avanti un’inchiesta del genere con la dotazione organica della Dda di Catanzaro che conta “sei pm per sette circondari. Il collega Elio Romano riceveva la polizia giudiziaria nelle pause di udienze. Nonostante questo abbiamo ottenuto grandi risultati e l’attività non e’ finita“.

“L’importanza di questa operazione – ha detto Cortese – sta nel fatto che abbiamo liberato spazi di democrazia occupata abusivamente dalle cosche, che impediscono il libero esercizio dell’attività imprenditoriale in un tessuto come quello lametino che e’ il polmone commerciale della provincia catanzarese ma e’ anche un territorio soggiogato dalla presenza della ‘ndrangheta“. Il questore Giuseppe Racca ed il capo della squadra mobile di Catanzaro, Rodolfo Ruperti, hanno poi evidenziato come il ruolo degli Iannazzo fosse cresciuto in maniera esponenziale nel corso degli anni. Ruperti, entrando nel merito dell’operazione, ha spiegato che l’omicidio di Antonio Perri, proprietario del centro commerciale Due mari, ucciso il 10 marzo 2003, è stato deciso dalla cosca Torcasio proprio per la sua decisione di costruire la struttura a Maida, comune alle porte di Lamezia. “Lo spostamento dei commercianti dal centro di Lamezia – ha spiegato Ruperti – ha tolto una fonte di guadagno ai Torcasio perché non erano più nella loro zona d’influenza. Cosi’, dopo una serie di intimidazioni agli stessi commercianti, si e’ arrivati all’omicidio di Perri e, successivamente, al furto della sua bara come ulteriore forma di pressione. Bara che e’ stata restituita dopo che gli Iannazzo hanno posto tale gesto come pregiudiziale per raggiungere la pace chiesta da cosche del reggino“. Il capo centro della Dia di Reggio Calabria Gaetano Scillia e quello della Dia di Catanzaro Antonio Turi hanno sottolineato come la cosca Iannazzo si relazionasse a tutto tondo con le principali consorterie di tutta la fascia tirrenica, anche vibonese e reggina.

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