Una nota stampa dell’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria su degli episodi di violenza avvenuti presso gli Ospedali Riuniti nei confronti di tre colleghi. Una lettera indirizzata anche al Prefetto di Reggio Calabria
Così una nota stampa dell’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria, indirizzata anche al Prefetto di Reggio e tramite cui si continua a trasmettere quanto segue:
“Con tristezza, alla luce di quanto si è verificato agli Ospedali Riuniti, recentemente, ed in tanti altri casi in altri presidi sanitari, dobbiamo prendere atto che il medico è divenuto l’anello debole di un sistema che ha bisogno di essere profondamente rivisto se non si vuole continuare ad aggiornare quello che è un vero e proprio bollettino di guerra. Noi, come Ordine, abbiamo invocato più sicurezza per i medici evidenziando questa drammatica situazione su vari tavoli istituzionali e cercando di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni e delle politica. Ad oggi, i nostri appelli, sono rimasti inascoltati e riteniamo che oltre ad esprimere la nostra assoluta solidarietà ai colleghi degli Ospedali Riuniti, è doveroso rinnovare il ricordo di quei medici che, negli anni passati, sono caduti sul campo vittime di una atroce ed incontrollata violenza.
Pertanto, è nostro dovere persistere nel sollecitare chi di competenza ad assumere le dovute iniziative volte a garantire un ambiente sereno e tranquillo dove operare.
La filiera sanitaria, che si esaurisce in un contatto diretto finale tra medico e paziente, il cui rapporto dovrebbe essere improntato sulla massima lealtà, correttezza, fiducia, comprensione e rispetto viene spesso esasperato e manipolato da interferenze esterne non controllabili che quasi sempre portano ad esasperare gli animi creando mancanza di fiducia e massima diffidenza tra le parti. Ci riferiamo a responsabilità enormi e dirette da parte della politica, dei sindacati, dei media, di categorie professionali senza scrupoli che sono diventati ‘professionisti’ della malasanità.
A tutto ciò – si prosegue – dobbiamo aggiungere le difficoltà che da tempo denunciamo e che sono legate a doppio filo con piano di rientro, che dura ormai da sette anni, e dal blocco delle assunzioni con ha portato a gravi carenze di organico, carichi di lavoro enormi, lunghe liste d’attesa ed un sistema sanitario, di fatto, vicino al collasso nell’attesa che l’annunciato e agognato sblocco del turnover possa far sentire qualche effetto anche in considerazione della circolare che obbliga gli Hub a ricoverare anche i pazienti a basso rischio.
Tutto questo crea un clima di sfiducia e diffidenza nei pazienti che si tramuta spesso ad identificare nel medico, che in verità rappresenta ultimo baluardo alla sanità, il capro espiatorio con il verificarsi di un numero sempre crescente di episodi di violenza nelle corsie. A questo punto nel riservarci di intraprendere nelle sedi competenti le iniziative che riterremo necessarie per garantire l’incolumità fisica e professionale dei nostri iscritti riteniamo imprescindibili alcune azioni da realizzare a cura della Direzione Strategica degli Ospedale Riuniti nell’immediato.
In primo luogo è necessario regolamentare l’accesso all’ospedale individuando una sola entrata al pubblico (al momento sono molteplici); utilizzare ed incrementare l’attività delle guardie giurate in convenzione dislocandoli nei reparti e non relegarli a ruolo di posteggiatori; concentrare gli ambulatori in un posto accessibile dall’esterno impedendo l’accesso indiscriminato di tutti gli utenti nei reparti; redigere un regolamento comune all’accesso ed al colloquio con i parenti dei pazienti investendo del problema il direttore sanitario di presidio e gli ispettori sanitari.
Prima, però – conclude la nota – è necessario bandire la violenza dalle corsie e ripristinare le condizioni minime di vivibilità e serenità fra gli operatori sanitari degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria”.