La petizione vorrebbe promuovere la nascita di un Organismo consultivo sulle politiche educative a Reggio
E proprio di questi giorni la conferenza stampa del Sindaco e dell’Assessore alle Politiche Educative che hanno illustrato i piani di intervento pianificati per l’utilizzo dei fondi comunitari del Piano Azione Coesione attraverso la previsione della riapertura del nido aziendale, dei nidi comunali di Archi e Gebbione, mediante l’attivazione di complessivi 250 posti nel sistema integrato. Un piccolo primo passo, una goccia nel mare dei diritti dei bambini della città, che avviene attraverso la pianificazione di risorse certamente non sufficienti a colmare l’attuale gap. Dai dati dei piani di intervento emerge che l’offerta di posti in nidi pubblici o convenzionati non raggiungerà la copertura minima richiesta dal Ministero nelle linee guida infanzia e cioè l’attuazione di un numero di posti perlomeno pari al 12% del bacino potenziale 0-2 anni. Ciò vuol dire che a Reggio Calabria, a fronte di un numero di utenti potenziali compresi nella fascia di età 0-2, pari a 4.726, il numero di posti attualmente previsti nei nidi (250 di fatto solo teoricamente
disponibili), rappresentano appena il 5,3 % dell’intera utenza potenziale, ben lontano quindi dall’obiettivo indicato dal
Pnscia del 12%.
Le azioni previste nei piani di intervento, pongono la sostenibilità dei servizi solo per i due anni educativi 2015/2016 e 2016/2017 ma non risolvono la questione della sostenibilità dei servizi negli anni educativi a venire, in quanto le risorse PAC non hanno tale finalità, né sono indirizzate a sostenere nel medio e lungo periodo la spesa corrente dell’Amministrazione Comunale. E’ necessario riuscire a pianificare servizi stabili e duraturi, che non cessino la loro in corrispondenza della carenza di finanziamenti statali o comunitari, ma siano sostenuti attraverso una comunale che come obiettivo promuova il sostentamento nel tempo dei servizi.
Nella proposta predisposta dalla cooperativa Baby Braccio di Ferro la partecipazione delle parti coinvolte è intesa come una comunità educativa che potrà interagire con la più vasta collettività sociale attraverso la costituzione delle necessarie componenti quali: il Consiglio di unità educativa, il Consiglio di zona e il Consiglio Città Amica dell’infanzia.
Ci auguriamo che il Consiglio comunale, durante l’esame, all’unanimità voglia sostenere la raccomandazione europea del 20 febbraio 2013 che citiamo integralmente: L’educazione per la prima infanzia è un servizio imprescindibile che, fornito a tutta lapopolazione infantile, favorisce la formazione globale del cittadino. L’educazione per l’infanzia di qualità, realizza interventi precoci di inclusione sociale e di sviluppo riducendo le disuguaglianze di partenza: è quindi un servizio indispensabile per “spezzare il circolo vizioso svantaggio sociale”