Ieri qui a Reggio, nel cielo dello Stretto, l’esibizione delle Frecce Tricolori, simbolo dell’identità nazionale, dell’orgoglio, della creatività e della professionalità tutti italiani
Unione. Di questo si vuole parlare, e per farlo come non riferirsi allo spettacolo straordinario di ieri sul Lungomare di Reggio Calabria.
In 100.000 UNITI e con gli occhi puntati al cielo per assistere all’esibizione delle Frecce Tricolori, la Pattuglia Acrobatica Nazionale dell’Aeronautica Militare Italiana. Magnifica giornata e splendido scenario, quello dello Stretto di Messina, per i dieci piloti che hanno creato coreografie, simboli e disegni tra le nuvole. Ed il tutto sotto gli inconfondibili colori della bandiera italiana. Un ritrovato senso di unione, dunque, ha spinto 100.000 persone a riempire il Lungomare Falcomatà: tra Reggio e Messina le due sponde dello Stretto sono sembrate ancora più vicine. Non per niente, è noto, le Frecce Tricolori, sono nate nel 1961 proprio per creare un gruppo permanente per l’addestramento all’acrobazia aerea collettiva dei suoi piloti, spinti nel loro impegno – come detto anche dal colonnello Ian Slangen nella conferenza stampa di presentazione all’evento – da un forte senso di “professionalità, di competenza e di passione del sistema Italia”.
Italia, il nostro Paese: quel Paese spesso criticato, osteggiato, ridicolizzato, ma anche per più peculiarità esaltato; quello stesso Paese che tra alti e bassi ci rappresenta. E l’identità nazionale è stata la vera protagonista di ieri: “Vincerò” è la parola chiave; infatti, sulle note di “Nessun Dorma”, cantata da Luciano Pavarotti, si è conclusa l’esibizione delle Frecce, con la formazione al completo che ha disegnato in cielo il tricolore. L’emblema della Nazione, l’Inno d’Italia: così si è trasmesso, in modo creativo ed ormai caratteristico, il senso di appartenenza, di unione (per l’appunto), tra brividi di ammirazione. Un volo di 25 minuti, quello dei piloti dell’Aeronautica, che però simboleggia anni di storia, ricorda agli italiani ad ESSERE italiani.
“La pattuglia acrobatica migliore del mondo”, così le Frecce Tricolori sono riconosciute a livello internazionale: precisione, coraggio, spirito di corpo, creatività, tutti vanti per l’Italia, che di certo non si trova a vivere un periodo sereno. Dei vanti di cui dovremmo farci portavoce anche noi reggini, uniti ieri in un unico simbolico abbraccio; un “abbraccio” che si spera duri molto di più di 25 minuti, e che si “senta” in maniera calorosa anche in occasioni che di festoso hanno ben poco.
Recentemente, per quanto riguarda il nostro territorio, si è parlato molto di unione, di cooperazione, di senso di appartenenza ad unica bella terra. Ebbene, ieri questi concetti si sono fatti ancora più vivi, ancora più presenti. Dal cielo alla terra, è proprio il caso di dirlo, il cuore (simbolo di amore, di passione) deve spingerci ad andare avanti, ad unirci in maniera intelligente nella risoluzione dei problemi, senza lasciar passare altri 8 anni (risale al 2007 l’ultima esibizione a Reggio delle Frecce Tricolori) ad aspettare un’occasione del genere, senza lasciarsi prendere dallo sconforto, dalla rassegnazione riferita ad una situazione “che non cambierà mai”. Quest’ultimo, infatti, è il pensiero dilagante, soprattutto qui al Sud, una terra in cui molti sono convinti di poter fare ben poco per cambiare un sistema radicato nella mentalità di tanti che questa terra la vivono.
Ieri, le Frecce Tricolori nel cielo dello Stretto hanno trasmesso un forte messaggio: è possibile coniugare più “teste” e creare uno spettacolo all’unisono. Ma per farlo, è chiaro, la preparazione, la professionalità, e l’impegno sono necessari.
Un “obiettivo strategico per la nostra città”, come ha definito l’evento il Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa: strategico, si può pensare, non solo per la possibilità di creare un “movimento” proficuo di persone tra le vie cittadine, ma anche e soprattutto per esaltare ciò che di buono l’Italia e gli italiani possono e sono in grado di fare.