I pensionati calabresi potranno ottenere il rimborso di alcuni dei soldi versati e non dovuti allo Stato attraverso la compilazione del modulo di per i rimborsi
Lo stesso principio vale anche per le pensioni superiori a 2.886 euro, per le quali non ci sarà alcun rimborso e, tuttavia, per le quali la sentenza della Corte Costituzionale opera ugualmente. Ecco come vengono ripagati e pagati i pensionati che hanno lavorato una intera vita: a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n° 70 del 2015, un pensionato con 1.750 euro lordi di pensione mensile, secondo i dati diffusi dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio avrebbe avuto diritto a 4.230 euro di rimborsi, ne avrà soltanto 750.
Un pensionato che ha un assegno mensile di 3.200 euro lordi, invece dei quasi 10.000 euro che avrebbe dovuto percepire, tagliati dal decreto Monti, non riceverà nemmeno un centesimo. Il provvedimento concepito dal Governo di limitare i rimborsi, presumendo che i pensionati si “accontentino” di un bonus rinunciando a quanto loro spettante, sulla base delle esigenze di bilancio dello Stato, e non dei diritti acquisiti dei cittadini, è incostituzionale e sarà immediatamente contestato dall’Unione Nazionale Consumatori Calabria.
È possibile allora immaginare la mole di contenzioso che ciò genererà da parte di quei pensionati che, in quanto aventi diritto alla restituzione dell’indicizzazione della pensione in forza della pronuncia della Corte, faranno ricorso ai tribunali per ottenerla.
La logica del “prenditi il bonus e stai bonus” non può essere accettata dai pensionati, categoria notoriamente tra le più deboli, per tale motivo l’Unione
Del tutto fuori luogo ed inaccettabili appaiono le dichiarazioni del Ministro dell’Economia Padoan che critica la sentenza della Corte Costituzionale perché i Giudici della Consulta avrebbero dovuto considerare le “conseguenze catastrofiche” di tale decisione sui conti dello Stato, cercando di influenzare così il loro operato che viceversa è legato strettamente alla garanzia del diritto, ovvero alla legittimità costituzionale dell’operato del Governo.
La decisione presa dalla Corte Costituzionale a tutela dei pensionati, non può essere utilizzata dal Ministro dell’Economia per colpevolizzare gli stessi, come se, corrispondendo il dovuto, si sottrarrebbe alla scuola, alla sanità e agli altri servizi sociali, tutto ciò è intollerabile in uno Stato di diritto, così facendo, si cerca di condizionare l’operato della Consulta in attesa delle prossime decisioni che l’attendono, soprattutto la più imminente sui contratti del pubblico impiego.
Per quanto ci riguarda come associazione a tutela dei cittadini, non molleremo finchè non sarà restituito fino all’ultimo centesimo ciò che è dovuto ai pensionati e verrà garantito e ristabilito pienamente il diritto ad ottenere quanto frodato agli stessi da una colossale truffa di Stato.