Il Consigliere regionale del gruppo misto, Mimmo Tallini, critica le scelte di Oliverio: “Invece di dimezzarli, i compensi, li ha quasi raddoppiati. Viva la coerenza!”
“Detto e fatto? No: lo slogan più appropriato, per il presidente Oliverio, è quest’altro: detto e fatto il contrario. Infatti, il 7 gennaio il Presidente annuncia il taglio degli stipendi dirigenziali nella misura del 50 per cento; testualmente: ‘E’ assurdo che ci siano dirigenti regionali che arrivano a guadagnare 135mila euro all’anno’. “Ma alla prima occasione, però non un suo clone, ma lo stesso presidente Oliverio, fa schizzare a quasi 200mila euro l’anno i compensi di tre nuovi dirigenti: Antonio Viscomi, Ennio Apicella e Riccardo Fatarella. Invece di dimezzarli, i compensi, li ha quasi raddoppiati. Viva la coerenza!”
Aggiunge il consigliere regionale d’opposizione: “con delibera n. 181 dello scorso 2 giugno, controfirmata dal presidente Oliverio, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore al Personale Ciconte, ha assegnato ai tre dirigenti in questione, oltre alla conferma del massimo dello stipendio e del premio di produttività, una terza indennità, totalmente facoltativa, ammontante a circa 36mila euro annui. Il totale dei compensi annui per Viscomi, Apicella e Fatarella sfiora, dunque, i 200mila euro annui. Ricordate l’altro proclama di battaglia del Presidente? Rigore e sobrietà. Certo, rigore e sobrietà, ma non per i dirigenti che sceglie lui e non per togliere ai ricchi per dare ai poveri, ma per ingrossare i portafogli di chi ha già ha tanto. Alla faccia dei giovani senza prospettiva, delle famiglie che non sanno come sbarcare il lunario e di chi ha perso il lavoro”.
Ancora Tallini: “anche da questo sgradevole episodio, s’intuisce perché, con una procedura molto discutibile, Oliverio ha escluso dalle dirigenze generali tutti gli interni. Quegli interni che diceva di volere valorizzare, anche al fine di ottenere dei risparmi. A loro, però, non avrebbe mai potuto assegnare 200mila euro all’anno”. E Conclude: “si evince, ormai inequivocabilmente, che tutti i proclami di Oliverio sottendono una doppia morale e si riducono a dei bluff. La grande rivoluzione della macchina amministrativa, annunciata, urbi et orbi, dal Profeta di San Giovanni in Fiore è già finita. Non perché sconfitta dai cattivi che si annidano nella Regione, ma perché è rimasta soffocata nel mare di ipocrisia, incoerenza, inconcludenza e inefficacia.”