Da Reggio proposte per l’integrazione degli stranieri: l’immigrazione vista come risorsa

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Provengono da Reggio Calabria, precisamente dall’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, proposte tese ad una sana integrazione degli stranieri, considerando i sempre più numerosi sbarchi sulle nostre coste. Una ventata di positività in merito ad una situazione che ci tocca da vicino

“Immigrati bloccati a Ventimiglia; barconi di profughi spiaggiati; nuovi sbarchi in arrivo; tot casi di scabbia; scafisti arrestati”: sono queste le notizie che la gente si sente propinare ogni giorno, sono questi i “dati” su cui ci si basa. Del fenomeno migratorio si è parlato, si sta parlando e se ne parlerà; anche in questa sede si sono analizzati a fondo i vari “casi”, ma la gente continua a pensare quello che pensa, gli sbarchi sono sempre più frequenti, i problemi per i profughi non solo in mare, ma anche sulla terra ferma, continuano.

Un fenomeno che sembra non avere mai fine, un fenomeno che la nostra terra conosce bene, e non solo in termini di immigrazione, ma anche di emigrazione. E proprio perché la Calabria, i calabresi, hanno testato con mano cosa significa letteralmente scappare da casa, arrivare in una terra straniera, doversi integrare con persone e culture diverse, il fenomeno dovrebbe essere più compreso, più capito.

Ed in questa  direzione sembra che ci si sta muovendo: proprio ieri, presso l’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, il Magnifico rettore Salvatore Berlingò, ha voluto indire una conferenza stampa per parlare appositamente dell’immigrazione sulle nostre coste, un’immigrazione, però, non più vista con scetticismo e paura, ma come opportunità.

Un incontro sui cui riflettere, che ha fatto emergere pienamente il significato di una parola troppo spesso abusata: integrazione. Come evidenziato dalla relazione del rettore Berlingò, “come ogni Università per Stranieri, anche quella di Reggio Calabria dispiega i suoi programmi secondo un doppio registro: per un verso fornisce agli allievi stranieri ogni utile strumento per la loro migliore compenetrazione nella lingua e nella cultura italiane; per altro verso, orienta la formazione degli studenti italiani nel senso di un atteggiamento aperto ed inclusivo nei confronti degli stranieri, così da contribuire alla tessitura di una rete di rapporti reciprocamente arricchenti”.

Una rete che Salvatore Berlingò ci tiene a creare con tutte le università calabresi, con le istituzioni, per far si che lo straniero si possa sentire parte integrante della cultura in cui si trova, ma soprattutto per fare in modo che noi stessi italiani possiamo guardare gli stranieri sotto una nuova luce. Non solo corsi di lingua italiana, dunque, ma anche un’occasione, quella proposta da Berlingò, di “fare dell’appendice più estrema dell’Europa un polo strategico di attrattiva internazionale per i Paesi mediterranei dell’Africa e del Medioriente; di promuovere l’internazionalizzazione del sistema universitario calabrese, anche allo scopo di porsi al servizio di un sempre più integrale sviluppo del territorio e dell’intera Regione Calabria”.

Tutto questo, però, sempre facendo i conti con un’ondata migratoria che deve essere regolamentata in tutti i suoi aspetti, senza correre il rischio che lo stesso fenomeno, anzicchè in opportunità, si trasformi in negatività. Migrazione clandestina, sfruttamento degli immigrati ad opera dei datori di lavoro, ma anche della criminalità organizzata, minori a rischio; accanto a questi fattori negativi, facilmente prevedibili nel caso di un’immigrazione non regolamentata, ci sono invece anche quelli positivi, che vedono nel fenomeno una risorsa per la nostra terra in termini di manodopera, arricchimento culturale, quella che viene definita interculturalità. E a quest’ultima si è più volte fatto riferimento ieri all’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, che già ospita migliaia di studenti stranieri. Stranieri che, come noi, si devono non solo integrare, ma anche adeguare alla nostra cultura, alle nostre leggi, e questo molto spesso causa dei dissidi non indifferenti, alimentati soprattutto da coloro che vedono nell’immigrazione solo rischi, problemi da cui sfuggire allontanando queste persone, a parole e a fatti. Un percorso spontaneo, così si può intendere l’ “abbozzo” di proposte presentato da Salvatore Berlingò, che passa attraverso una formazione didattica seria e qualificata. La spontaneità, dunque, è un fattore da ritenere essenziale per realizzare questa tanto famigerata integrazione, perché la delinquenza esiste in tutti i popoli, così come l’onestà, la povertà, la ricchezza, la disperazione; ma uno slancio spontaneo, per l’appunto, teso a ricucire un “tessuto umano” sempre più numeroso, sempre più diverso al suo interno, non è solo da promuovere, ma anche da sentire, da attuare, da riscoprire, e non solo nel Meridione, ma anche in tutta l’Europa.

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