La Reggina tra l’ulcera del Presidente e le trattative reali. La città tra pettegolezzi e avvoltoi

StrettoWeb

Reggina, in città pettegolezzi, favole e avvoltoi mentre il Presidente Foti è in Ospedale e le trattative rimangono in stand by

Se la trattativa per la Reggina era rimasta in stand-by già nelle ultime settimane, a maggior ragione lo è in questo weekend con Lillo Foti che si trova ancora ricoverato agli Ospedali Riuniti a causa di questa maledetta ulcera che s’è acutizzata venerdì mattina quando il Presidente della Reggina è stato trasportato d’urgenza con un’ambulanza dalla propria abitazione al pronto soccorso privo di sensi: si tratta di una sofferenza sintomatica dell’attuale stato del Presidente, che sta cercando in tutti i modi di dare alla Reggina il futuro migliore possibile facendosi in quattro dal punto di vista fisico e mentale.

E’ un problema tipicamente dovuto allo stress, che si verifica solitamente su chi è teso, nervoso e preoccupato. Un malessere che sta facendo soffrire non solo il Presidente, ma anche tutta la sua famiglia e le tante persone che gli vogliono bene. Fortunatamente il quadro clinico non è particolarmente grave, ma Foti rimane costantemente monitorato per tamponare l’emorragia intestinale che dopo l’episodio di venerdì, s’è verificata ancora e ha richiesto nuove operazioni. Non è possibile, quindi, immaginare quando il Presidente potrà tornare a casa e ritrovare la propria tranquillità: è ciò che ci auguriamo tutti avvenga al più presto, e in un momento del genere ogni altro discorso relativo agli sviluppi societari e sportivi della Reggina passa in secondo piano.

Intanto Nick Scali è in Calabria da ormai una settimana intera: un appuntamento che ovviamente gli consente di continuare a tessere quel filo che potrebbe legarlo alla Reggina, ma è bene ribadire ciò che su StrettoWeb avevamo già anticipato, e cioè che il “Re dei mobili” australiani non è in Italia per la Reggina. Scali, infatti, è un uomo che non ha mai perso il contatto con le sue origini e ogni anno torna in Italia per lunghi periodi, anche perché coltiva una serie di interessi economici lungo lo Stivale e in altre località europee. Ovviamente a Scali piace ogni anno sentire gli odori della sua Calabria, l’ha sempre fatto e lo farà sempre a prescindere dall’esito della trattativa con la Reggina. La sua visita era in programma da tempo, a prescindere dalla trattativa della Reggina. Ovviamente in questi giorni si sta anche interessando al club amaranto, ma non è certo venuto dall’Australia per questo motivo. Rimarrà in Calabria ancora a lungo, e per quanto riguarda la Reggina, con Foti in ospedale al momento parlare di ulteriori incontri, date o fumate bianche sarebbe assolutamente fuorviante. Possiamo semplicemente ribadire quello che su StrettoWeb scriviamo da settimane: la trattativa tra Foti e Scali è in stand-by dopo i sopraggiunti problemi di carattere mediatico, istituzionale e ambientale, inoltre in questo preciso momento i problemi di salute del Presidente ovviamente vengono prima di ogni cosa e a maggior ragione i discorsi intavolati sul futuro della Reggina sono destinati a rimanere ancora in sospeso, a meno che qualche folle non possa credere che la fumata bianca possa verificarsi in una stanza del reparto di terapia intensiva degli Ospedali Riuniti. C’è poco da scherzare: nelle ultime settimane ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori, che anche un titolo del genere non ci sorprenderebbe.

Ovviamente in città ci sono alcune forze sane e positive che stanno continuando a lavorare sulla trattativa dietro le quinte, in silenzio con l’unico interesse di fare il bene della città e della Reggina. Gli incontri continuano anche nel weekend, nella speranza di arrivare ad un punto d’incontro che nel corso della settimana entrante possa dare a questa matassa intricata un modo per sbrogliarsi positivamente, altrimenti l’epilogo di un giugno iniziato euforicamente dopo il trionfo di Messina, rischia di trasformarsi in un dramma sportivo per tutti coloro che amano la Reggina.

Se la trattativa non s’è già conclusa in modo positivo, è solo ed esclusivamente per l’eccessivo clamore di cui in una recente intervista pubblicata sulla Gazzetta dello Sport il Presidente Foti s’è voluto prendere tutte le colpe: “ho sbagliato ancora una volta io, a dare in pasto a questa città le notizie reali. Ne è nato un vortice di pressioni che ha infastidito queste persone“. Si tratta di Signori, gentleman molto riservati, al cui orecchio stanno arrivando pettegolezzi senza alcuna credibilità. Gli affari, a maggior ragione quando sono così delicati, si fanno in silenzio e a fari spenti, poi vengono resi pubblici una volta che sono definiti. L’ulcera del Presidente è l’ulcera di tutti quei tifosi che seguono con particolare interesse una vicenda che però non doveva diventare morbosa. In tanti, tra i più fidati amici e consiglieri, negli ultimi mesi hanno consigliato al Presidente di passare il testimone per “evitare problemi di salute“, mai consiglio era stato probabilmente meglio ponderato.

La Reggina, intanto, grazie all’interesse degli australiani s’è galvanizzata quando si trovava forse nel momento più buio della sua storia recente. La piazza ha ritrovato quell’entusiasmo e quell’interesse che l’hanno portata a vincere il doppio derby, mantenere la categoria quando nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo, e arrivare addirittura a fare festa nelle strade del centro come non accadeva ormai da 7 lunghissimi anni, dall’ultima salvezza in serie A nel 2008. Reggio, quindi, deve dire “grazie” a prescindere a Nick Scali & company che con la loro vicinanza, hanno riacceso quell’interesse nei confronti del club amaranto nel momento in cui la Reggina era stata abbandonata da tutti. Adesso la speranza è che in futuro ci siano soltanto episodi positivi: i tifosi non possono augurarsi che la Reggina venga calpestata e data in pasto agli avvoltoi che da tempo le volteggiano attorno, la soluzione migliore sarebbe quella di vederla ancora in piedi.

Non ci sono dubbi, infatti, che la Reggina sia un bene prezioso da non sciupare. Dopo la miracolosa salvezza di questa pazza stagione e l’arrivo degli Allievi addirittura nella Finale scudetto, la Reggina è tornata ad essere molto appetibile. Ha un valore estremo, un grande patrimonio umano, strutturale ed economico, una serie di prospettive che possono diventare entusiasmanti. Ma non si può dimenticare che la città fino all’ultima settimana di maggio l’aveva drammaticamente abbandonata, da tutti i punti di vista. Nelle ultime due stagioni gli amaranto hanno sopravvissuto in mezzo a mille difficoltà, nella totale indifferenza di una città che sia dal punto di vista istituzionale che economico e imprenditoriale ha fatto mancare il proprio sostegno alla squadra che tanto lustro ha dato a questo territorio negli ultimi due decenni.

Foti e altri soggetti che hanno Reggio e la Reggina nel cuore stanno lavorando con Scali parlandosi tra Signori per superare quegli scogli di natura ambientale, istituzionale e mediatica che già da maggio avevano ostacolato l’operazione. Nessuna particolare novità nelle ultime settimane, nessuna fumata grigia, nessuna brusca frenata, avvicinamento o allontanamento. Nessuna revisione degli accordi e delle idee di cui si era parlato dopo il viaggio di Foti in Australia, dettagli illustrati nella conferenza stampa di fine aprile appunto al Sant’Agata. Adesso Scali è arrivato in Italia e poi nella sua Calabria ma il succo del discorso non è cambiato rispetto a due mesi fa. Bisognerebbe soltanto superare quegli scogli ambientali e istituzionali che si frappongono tra la decisione del “Re dei mobili” australiano e l’investimento in riva allo Stretto.

Il duro attacco del Sindaco con quel “non vogliamo nuovi Manenti” rappresenta una ferita che non è ancora stata rimarginata; non che Scali abbia bisogno di alcuna garanzia particolare dal Comune, ma quantomeno – proprio per il suo essere galantuomo – vorrebbe una parola di benvenuto e un’assicurazione di non dare fastidio, e che quindi non gli saranno messi i bastoni tra le ruote, perché non è il tipo che conclude un’operazione “e poi vediamo che succede“, ma sta già sviluppando tutte le idee e i progetti futuri e prenderà la Reggina soltanto se potrà realizzare tutti i suoi programmi senza alcun tipo di inconveniente. Probabilmente gli avrebbe fatto piacere anche soltanto un incontro chiarificatore rispetto a quelle parole offensive e irresponsabili che hanno minato l’entusiasmo degli investitori.

Eppure a Reggio in tanti sono consapevoli del fatto che quella degli “australiani” sarebbe la soluzione ideale per la Reggina, non solo dal punto di vista economico e progettuale, ma anche per quanto riguarda il territorio: una scelta di cuore, con la Reggina che resterebbe nelle mani di qualcuno che prima di tutto la ama, e poi le vuole dare tanto per la voglia personale di ritrovare un legame ancora più stretto con la propria terra, in continuità con la gestione molto passionale degli ultimi 30 anni che è ai titoli di coda per scelta del Presidente Foti che ha deciso di passare il testimone.

La Reggina oggi suscita grande interesse perché ha dimostrato di avere una grande tifoseria, sempre vicina alla squadra anche nelle difficoltà. Ha un potenziale enorme su cui lavorare: in tanti sanno che qualsiasi imprenditore con determinate caratteristiche, qui può fare i numeri. C’è un bacino d’utenza enorme, un merchandising che potrebbe fruttare tanto in tutti i continenti del mondo, una serie di impianti come lo stadio Granillo e il Centro Sportivo Sant’Agata già nelle mani della società che ha anche il terreno di proprietà per costruire il nuovo stadio ed essere al passo con i tempi. Non sono bazzecole per un analista economico e per un investitore.

Per la Reggina sono giorni decisivi: ha una grande opportunità, ha addosso tutti i riflettori della città dopo che ha vissuto due anni nell’indifferenza e nelle antipatie, che dopotutto ancora oggi non mancano seppur in parte minoritaria. Più che altro sono antipatie d’interesse, di quegli avvoltoi che vogliono vederla morta per poi andarsi a spolpare le ossa. Ma oggi, Reggio Calabria, persa anche questa grande opportunità della Reggina, che prospettive può avere? Mai la città aveva soltanto assaporato un investimento di simile caratura, che avrebbe un indotto straordinario su tutto il territorio reggino, senza alcun precedente nella storia. La Reggina è appetibile perché è ancora viva, perché è un reale business. Dopo tanta storia, dopo aver sempre avuto il sostegno del territorio e delle istituzioni, adesso sarebbe davvero una cosa triste vederla inciampare e sprofondare nel buio del dilettantismo (sportivo) e dell’abbandono (sociale, economico e umano).

Il trionfo degli Allievi, che a Chianciano hanno raggiunto la finalissima per lo scudetto, evidenzia per l’ennesima volta (se ce ne fosse ancora bisogno) cos’è il Centro Sportivo Sant’Agata, il vivaio della Reggina, che è stato il volano di tutti i successi degli ultimi decenni e che continua adesso, in tempi di crisi, a consentire alla Reggina di esistere. Ma è soprattutto un’eccellenza di formazione giovanile, con oltre 250 bambini guidati da uno staff di 25 formatori che crescono prima di tutto come uomini, poi come calciatori. Una formazione umana, culturale ed educativa, in un territorio dalla sottocultura viscerale. Una grande eccellenza nel deserto di una città che per l’ennesima volta, negli ultimi due mesi, s’è dimostrata schizofrenica. Adesso speriamo che nel futuro ci siano soltanto episodi buoni, che la Reggina non venga calpestata ma resti ancora in piedi.

Ci sono signori, galantuomini, persone per bene che vogliono intervenire in maniera seria per fare percorsi importanti, ma per fare queste cose bisogna prepararsi, senza quel clamore che li ha comprensibilmente infastiditi.

La Reggina ha un peso enorme, ma ha bisogno di gente seria, sana e lucida. Gli speculatori, gli avvoltoi che le ronzano intorno, non possono fare bene ne’ alla Reggina ne’ alla città. Al Sant’Agata c’è spazio solo per chi si avvicina con animo buono davanti ad un contesto sereno per trovare una realtà pronta ad un percorso entusiasmante, da tutti i punti di vista e non solo sportivo, riproponendo a Reggio il loro modo di agire tipicamente internazionale, decisamente evoluto e già di successo. Ma a tutto questo, forse, la città non è pronta. Se si lasciasse sfuggire quest’occasione sarebbe veramente un peccato. E quello che i tifosi stanno vivendo come un grande sogno, rischia di trasformarsi in un grande incubo.

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