“Una buona scienza per una buona vita”. Si è svolto a Roma il convegno nazionale di scienza e vita dal titolo “Quale scienza per quale vita”
“La nostra forza – ha chiosato la Presidente dell’associazione – è stata e sarà sempre quella fondata sulle pratiche dialogiche anche quando sembra che le posizioni si presentino irriducibili e distanti”. Paola Ricci Sindoni ha, poi, fatto riferimento “alle capacità di argomentare razionalmente, di controbattere civilmente con le sole armi dei discorsi persuasivi e corretti, nel tentativo di sfuggire alle trappole del pregiudizio e dell’ideologia concludendo che “l’associazione “Scienza e vita” si è sempre interessata, e continuerà a farlo, di formazione, ricerca e prevenzione”.
“Sono stati tanti – evidenzia il Dott. Tromba – gli argomenti trattati in tale convegno: dall’aborto alla legge 40 passando per le problematiche delle malattie rare, all’essere genitori, sino alla fecondazione assistita ed al desiderio di avere dei figli”.
“E’ stato interessante – ha commentato il Dott. Tromba – analizzare come lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie ha consentito un miglioramento delle condizioni e delle aspettative di vita ma, al contempo, pone interrogativi su quelle situazioni mai verificatesi prima e che determinano questioni finora inedite ponendo domande nuove alle quali non è sempre facile dare risposte. Dal convegno è emerso, mediante uno studio fatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che l’Italia è il paese al mondo col più basso tasso di mortalità di nascituri durante il parto (3/100.000) e per questo un plauso va ai nostri medici. Allo stesso tempo, però, siamo ultimi in Europa per il numero di nascite all’anno. Primi paesi per fertilità sono la Svezia, l’Irlanda e la Norvegia. In coda, invece, oltre all’Italia anche il Portogallo. Inoltre, negli ultimi 70 anni, si è passati dai 20 anni ai 31 anni per avere il primo figlio. Si registra, quindi, nel nostro Paese una grande riduzione della fertilità, probabilmente dovuta anche alla scelta di posticipare troppo l’età di concepimento del primo figlio. Da qui, tutte le questioni inerenti: aborto, fecondazione assistita e crioconservazione degli ovociti. Peraltro, le donne sopra i 35 anni presentano un aumento del rischio durante la gravidanza oltre ad una riduzione della fertilità. Ne deriva un circolo vizioso in quanto, riducendosi le gravidanze e quindi le nascite, si riducono anche le donne che allattano e, conseguentemente, vi è un tendenziale aumento del tumore al seno come denotano i dati degli ultimi 20 anni. D’altronde, è provato scientificamente che le donne che allattano hanno un rischio minore di contrarre questa grave patologia. E’ da queste considerazioni che è nato il piano nazionale per la fertilità nonché la promozione di una giornata appositamente dedicata che avrà come slogan: “difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro“.