Reggina, arriva il grande giorno: a caccia della finale scudetto, questi ragazzini stanno diventando grandi

StrettoWeb

Reggina, la semifinale con la Salernitana vale l’accesso nella finalissima-scudetto del Campionato Allievi Lega Pro

Il grande giorno è arrivato: alle ore 16:00 di mercoledì 17 giugno la Reggina scenderà in campo contro la Salernitana per la semifinale del Campionato Allievi Lega Pro: l’obiettivo è quello di staccare uno storico pass per la finalissima, che la vincente dello scontro tutto amaranto disputerà contro la vincente dell’altra semifinale Novara-Lecce.

La partita si giocherà a Ponte a Tressa, pochi minuti di auto da Siena, nel cuore della Toscana, in uno dei campi del torneo che ha il suo cuore a Chianciano Terme. Per la Reggina è l’ennesima occasione di dimostrare il valore straordinario del proprio settore giovanile, che a prescindere dai risultati della prima squadra e da stagioni più o meno brillanti, si conferma di anno in anno una fucina di talenti, un’eccellenza nazionale. Intanto l’attenzione è tutta rivolta alla partita contro la Salernitana, anche se “comunque vada, per noi sarà un successo“. Ai microfoni di StrettoWeb parla Salvatore Laiacona, dirigente del club amaranto che guida la spedizione degli Allievi a Chianciano. Laiacona è Responsabile dell’Attività di Base della Reggina da 8 anni, un lavoro di scrivania “ma io sono sempre in campo“. Da 24 anni nella società guidata da Lillo Foti, prima è stato istruttore fino al 2003, poi è diventato responsabile e da quest’esperienza professionale ha avuto “tante straordinarie soddisfazioni. Vedere crescere gente come Perrotta, Belardi, Mesto, Cozza, Cirillo, Missiroli o Ceravolo, tutti protagonisti nei principali campionati italiani e non solo, rende orgogliosi“.

La nostra chiacchierata con Laiacona parte inevitabilmente dalla partita in programma tra poche ore: “è un match aperto a tutti i risultati, cercheremo di raggiungere quello che è un obiettivo importante. Questi ragazzi hanno meritato tutto quello che hanno fatto fino ad ora, è bene sottolineare che la Reggina è l’unica ad avere in rosa in questa categoria tantissimi classe 1999, un anno più piccoli degli altri. Qui a Chianciano ne abbiamo ben 16 su 23, sono tutti meritevoli perché per tutto il campionato hanno affrontato squadre con elementi classe 1998, quindi avversari più grandi di un anno. La qualificazione è stata meritata, agli Ottavi di Finale abbiamo eliminato la Pistoiese che nel campionato aveva vinto il suo girone, poi qui nel gruppo abbiamo affrontato Sudtirol e Lecce che nel campionato avevano vinto il loro girone. Adesso in semifinale ci sono 4 squadre, e 3 siamo del Sud, Lecce, Reggina e Salernitana, ulteriore testimonianza di come il nostro girone fosse il più competitivo, con più tecnica e personalità“.

A prescindere dal risultato sportivo, quanto vale un’esperienza come quella di questi giorni a Chianciano per i ragazzini del Sant’Agata?

E’ indubbiamente un’esperienza eccezionale. E’ la quinta volta che la Reggina arriva a Chianciano, sappiamo cosa significa per i nostri ragazzi, è un’esperienza importante che gli consente di confrontarsi con realtà di livello“.

Stiamo parlando di ragazzini che hanno 16 anni, non possiamo certo pensare che tutte le attenzioni siano rivolte a ciò che accade esclusivamente nel rettangolo di gioco.

Assolutamente, infatti la cosa che ci fa più piacere è che il nostro gruppo lascia tutti contenti, i ragazzi si comportano in modo lodevole, anche dove alloggiamo tutti li ammirano per l’educazione e la compostezza, ed è la soddisfazione più bella perché risponde ai dogmi del programma formativo che al Sant’Agata portiamo avanti a partire dai più piccoli. C’è sempre grande consenso intorno alla Reggina, e noi lavoriamo con un doppio obiettivo, formare prima di tutto degli uomini poi dei calciatori. Al settore giovanile non è mai mancato il supporto della società, l’obiettivo non è il risultato ma la formazione dei ragazzi. Tra Berretti, Giovanissimi, Regionali, Esordienti e tutte le varie categorie legate all’età, la Reggina al Sant’Agata ha 250 ragazzi che vengono prima formati per diventare uomini. Da quando gestisco l’attività di base della Reggina, il mio primo obiettivo è quello di formare degli uomini. Poi se diventeranno anche calciatori, avremo raggiunto due obiettivi“.

Che cosa significa l’attività del Centro Sportivo Sant’Agata in termini di indotto in una città come Reggio Calabria?

Beh, faccia lei … Ci sono 25 persone che lavorano con i nostri bambini, dai ‘Piccoli Amici’ alla Berretti. Un lavoro quotidiano, meticoloso, per un settore sempre positivo. Il nostro percorso continua sempre e continuerà negli anni perchè la Reggina è il Sant’Agata, quella struttura e quel settore giovanile che le hanno sempre garantito prima di tutto la sopravvivenza, poi anche tutti i grandi successi. Senza il Sant’Agata oggi non esisterebbe più neanche la Reggina, e anche quello che succederà nel futuro inevitabilmente passerà dal Centro Sportivo. Il valore non è solo economico in termini di indotto, ma anche e soprattutto umano in termini di formazione. Nel nostro percorso di istruzione diamo molta importanza alla scuola, al comportamento, perchè la società ci ha messo a disposizione una struttura invidiata da tutti che ci consente di valorizzare i prodotti del territorio, ma non solo, perchè ci sono famiglie che ci affidano i loro figli persino da altre Regioni. Dentro le mura del Sant’Agata c’è la giusta cultura per operare con i più giovani e dargli un futuro roseo soprattutto a livello umano, formando uomini pronti ad affrontare la vita“.

Eppure c’è chi ha persino il coraggio di mettere in dubbio il valore del Sant’Agata.

C’è tanta gente che non si rende conto cos’è davvero il Sant’Agata, non ha idea di cosa ci sia lì dentro. Nel centro sportivo lavoriamo dalla mattina alla sera, e diamo risultati eccellenti riconosciuti da tutti coloro che hanno avuto un’esperienza o un contatto diretto, oltre che dagli addetti ai lavori. Ed il merito è del Presidente Foti, perchè la sua società ha sempre puntato con i fatti nel settore giovanile. Ovviamente i risultati che un vivaio può dare, in termini sportivi, non sono immediati ma arrivano nel tempo: i calciatori non sono carciofi, bisogna avere pazienza, passione e competenze. Ogni partita che facciamo abbiamo 20-30 osservatori, sempre con Juve, Inter e Milan in prima fila, tutte le big attingono da noi. La Juve è molto presente, ad esempio solo quest’anno ha già visionato 2-3 ragazzi, altre società importanti sono sempre interessate a noi, vedi l’Udinese che l’anno scorso ha acquistato Bochniewicz e Coppolaro e adesso è felicissima e consapevole di aver fatto un investimento importante, dopo un anno intero in cui li ha fatti crescere ulteriormente avendo piena contezza delle loro straordinarie potenzialità. Hanno un grande avvenire, come loro anche molti altri che sono ancora qui dentro. Il Sant’Agata ha già dato tanto al calcio italiano negli ultimi 20 anni, ma probabilmente nei prossimi potrà dare ancora di più“.

Inevitabile una domanda su Ador Gjuci, 10 presenze e addirittura 1 gol con la prima squadra in Lega Pro.

Ha doti straordinarie, ma non è giusto parlare solo di un singolo. Ci sono tanti ragazzi meritevoli di palcoscenici importanti, ad esempio c’è il portiere Loria, l’ho visto in un campo in provincia di Trapani e mi ha impressionato la sua statura fisica, è alto 203cm e sta facendo passi da gigante, soprattutto è un ragazzo molto serio, che va bene a scuola, ed è la cosa più importante. C’è Rizzitano, l’altro portiere, che contro la Cremonese ha salvato il risultato nel finale: anche lui è molto in gamba. Ci sono Genovese, Cataldi, Di Napoli, potrei nominarli tutti“.

E poi ci sono mister Zito e il prof. Abate.

Il mister è un ragazzo che è cresciuto da noi, a partire dalla scuola calcio: ha seguito sempre il percorso Reggina, è un ragazzo molto umile, oggi molto preparato, e siamo orgogliosi anche di lui. Così come formiamo i ragazzi, formiamo anche gli istruttori che sono altrettanto importanti. Oggi Zito si toglie le sue soddisfazioni e i raccoglie i frutti dei suoi sacrifici. Anche il preparatore atletico, prof. Abate, nonostante sia il primo anno che lavora con noi, s’è calato subito nel percorso Reggina. E’ un ragazzo molto preparato, anche lui ha un bel rapporto con i ragazzi che lo seguono e porta avanti tutte le teorie e le metodologie proprie della Reggina. Siamo riusciti ad incidere non solo con i ragazzi, ma anche con gli adulti che sono gli istruttori che devono trasmettere ai bambini quei valori che sono nel dna di questa società“.

Una società, la Reggina, di cui Reggio deve essere sempre più orgogliosa. E adesso In Bocca al Lupo a questi ragazzini per la partita con la Salernitana, ultimo tassello per raggiungere la finalissima che vale lo scudetto e un posto nella storia. Perché rincorrono il sogno di diventare campioni con la maglia della Reggina mentre crescono da uomini veri.

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