Reggio, bufera sul consigliere comunale Burrone: “adesso si deve dimettere immediatamente”
Sono pesantissime le dichiarazioni pubblicate su facebook dal consigliere comunale di Reggio Calabria, Filippo Burrone. Da “viva le foibe e Tito, viva i gulag e Stalin” a un “Marò assassini” che evidenziano l’inadeguatezza di un ruolo istituzionale. E scoppia la bufera: “alla luce della scomposta reazione da parte dei capigruppo di maggioranza del consiglio comunale che hanno accusato la destra reggina di alimentare “solo una campagna d’odio verso il nostro sindaco Giuseppe Falcomatà e chi ogni giorno insieme a lui lavora” chiediamo le immediate dimissioni del consigliere Filippo Burrone eletto, a questo punto chi chiediamo come, con oltre 500 voti”. afferma in una nota il presidente di Alleanza Calabrese Enzo Vacalebre. Molti altri esponenti del centro/destra reggino già nei giorni scorsi avevano denunciato le parole, certamente molto forti, di Burrone.
“In riferimento alla stessa campagna di odio succitata – prosegue oggi Vacalebre nella nota – vi inviamo degli screenshots che nel tempo sig. Burrone ha postato sulla sua pagina e lasciamo ai reggini il giudizio su chi a Reggio Calabria, ammantandosi sotto la bandiera rossa e sciacquandosi la bocca con la parola democrazia, fomenta un clima poco sereno che già si inizia a leggere sui muri in città. Negli scritti del sig. Burrone si leggono dai turpiloqui verso i sacerdoti, che hanno accompagnato Falcomatà all’elezione, al compiacimento per le foibe ed i gulag, ai marò assassini, al ciarpame politico di destra. Nel frattempo, mentre gli stessi cittadini verificano se lo stesso Burrone sia realmente “persona intollerante ed elemento di allarme per la credibilità delle nostre istituzioni democratiche”, proseguiremo la nostra battaglia politica senza nasconderci, come suggerivano i capigruppo, ma comparendo nelle piazze e nelle aule dei tribunali. Con tristezza aggiungiamo che ciò che ci sgomenta di più non è la violenza degli amministratori della nostra Città, ma il silenzio dei reggini onesti”.