Valerio Berti, vicepresidente vicario di Confindustria Reggio Calabria, nel corso di una conferenza stampa indetta appositamente, ha offerto agli operatori dell’informazione un “tracciato tecnico” per spiegare il processo di esecuzione nei confronti dell’Asp
“La sanità – ha dichiarato alla stampa Valerio Berti, vicepresidente vicario di Confindustria Reggio Calabria – dà lavoro a moltissime persone, sia direttamente che nell’indotto; solamente nella nostra Regione migliaia di addetti afferiscono al settore sanitario, quindi il ritardo di pagamento nella sanità comporta un effetto domino devastante su tutto il comparto, ma anche su tutta l’economia della provincia, che è già estremamente fragile in questo momento. Siamo molto preoccupati – ha proseguito Berti – per la confusione creatasi in relazione al sistema di pagamento della sanità: la cosa che più ci preoccupa è che da novembre dell’anno scorso l’Asl ha a disposizione i soldi per pagare, prima ancora erano a disposizione della Regione, ma nonostante questo i pagamenti non vengono effettuati”.
Chiarezza, a ciò tiene Confindustria, il cui presidente, Andrea Cuzzocrea, si è oggi espresso con queste parole: “penso sia arrivato il momento di fare piena luce sui problemi che ruotano intorno all’Asp di Reggio. Noi come settore industria stiamo seguendo da vicino il settore della sanità, molto importante nella Regione, in cui si registra, purtroppo, una migrazione sanitaria sempre crescente. A fronte del denaro pubblico che viene speso nel settore, tale situazione non è più tollerabile, come non lo è non pagare le aziende. Se ci sono i soldi si paghino le aziende, si facciano delle istruttorie rapide e concise. Vogliamo evitare– conclude Cuzzocrea – un ulteriore sborso di denaro pubblico!”.
Delle vere e proprie “imposizioni della burocrazia regionale – così la pensa Berti – grazie alle quali gli oltre 200 milioni inviati per il pagamento dei debiti giacciono nelle casse dell’Ente, ed il loro mancato impiego produce ulteriori debiti per interessi di 16,5 milioni l’anno”.
Un “quadrante” in riferimento a cui Berti ci ha tenuto stamane a fare chiarezza, fornendo ai presenti all’incontro odierno “uno spaccato tecnico di come funziona tutto il processo di esecuzione nei confronti dell’Asp, senza il quale difficilmente si può interpretare il singolo evento”. Uno “spaccato tecnico” che fa capire, inoltre, perché l’Asp non paga, sotto indicazioni della Regione tali da mettere l’azienda in condizioni da non poter pagare. “Il tutto considerato – parole di Valerio Berti – il momento di difficoltà nel credito bancario”.
Un tracciato storico, statistico, legislativo, quello illustrato dal vicepresidente vicario di Confindustria Reggio Calabria; secondo quanto trasmesso tramite slide dettagliate, “l’Asp vede crescere il proprio debito di 16 milioni e mezzo all’anno sui 200 milioni di euro in possesso della BDE, la Bad Debt Entity (un’apposita struttura creata dal 2011 dalla Regione per il pagamento dei debiti della Sanità). Nel 2011 inoltre, il MEF ha inviato 500 milioni di euro alla Regione Calabria per il pagamento dei debiti pregressi. La Regione – si continua a trasmettere – ha incaricato un Advisor, che non è stato scelto in base ad un bando pubblico, per la verifica delle partite debitore (costo circa 2 milioni di euro l’anno). Dalla relazione del 2014 del Dipartimento della Salute, risulta che la BDE, in tre anni, ha transatto partite per soli 28 milioni di euro, pari a circa il 6% delle somme disponibili; questo probabilmente – si informa tramite le slide – perché le proposte transattive erano difficilmente accettabili dai creditori”.
“Nel 2014 – si prosegue – la Regione trasferisce alle Asp le somme rimanenti perché si proceda direttamente al pagamento delle posizioni debitorie; per i relativi adempimenti trasferisce anche personale dell’Advisor ed alcuni avvocati borsisti della Regione. Ad oggi – si ribadisce – l’importo disponibile per l’Asp di Reggio ammonta a circa 200 milioni di euro”.
In tutto questo, Valerio Berti ci ha tenuto ad illustrare anche l’impegno profuso da Confindustria in merito a tale situazione: “si sono incontrati i Commissari susseguitisi nel tempo alla guida dell’Asp, rappresentando l’importanza della tempestività nell’eseguire i pagamenti con le somme disponibili; si è avanzata la richiesta di individuare criteri oggettivi e trasparenti per la scelta delle singole partite da saldare; Confindustria, inoltre, si è offerta disponibile per l’affiancamento delle strutture tecniche dell’ASP ed ha suggerito di dare priorità al pagamento ed all’estinzione dei decreti ingiuntivi esecutivi, previo riscontro degli uffici interni, al fine di eseguire un disposto della magistratura e di contenere le spese legali ed i relativi interessi moratori”.
“Il mancato pagamento per sei mesi di una somma pari a 200 milioni di euro – si legge in una slide – produce interessi passivi (con l’attuale tasso di mora dell’8,25%) per 8.250.000.00 euro. I creditori – si conclude – se l’Ente non li paga nei termini, legittimamente potranno fare ricorso al Tribunale di competenza per ottenere l’emissione di un Decreto ingiuntivo; dopo 40 giorni dalla notifica, se il debitore non ha fatto opposizione, il Decreto ingiuntivo diventa Esecutivo; se a 120 giorni dalla notifica, il debitore persiste nel non pagare, il creditore procederà con il precetto per successivo pignoramento, e con il giudizio di ottemperanza presso il TAR competente”.
Ciò che Confindustria si auspica in merito a tale situazione, è legalità, trasparenza. “Ognuno deve fare il suo mestiere per porre fine agli illeciti”, aggiunge Berti al margine della conferenza stampa, comunicando la volontà di chiedere un incontro con il presidente del TAR e con quello del Tribunale di Reggio.
Una conferenza stampa, quella di oggi, non divulgativa, ma informativa, che pone le basi su un debito la cui complessità ancora non si conosce, così come è ignoto il numero delle aziende coinvolte nell’ambito di un importante comparto economico per la Regione Calabria, dove la Sanità occupa più del 70% del bilancio regionale.