Reggio, “su Reges e Recasi Falcomatà si assuma la responsabilità davanti tutta la città”

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Reggio Futura esprime preoccupazione per il futuro dei lavoratori di Reges e Recasi, le due società partecipate del Comune

Un’assunzione di responsabilità davanti tutta la città” è quella che Reggio Futura ha chiesto questa mattina al Sindaco Falcomatà riguardo i livelli occupazionali delle due società partecipate del Comune, Reges e Recasi, i cui contratti non saranno più rinnovati a partire dal 2016.

La riorganizzazione proposta da Falcomatà mediante la creazione di un “hub”, una holding che a sua volta controllerebbe le singole società di servizi pubblici e volta alla razionalizzazione della spesa, preoccupa il Cdx reggino, che accusa il primo cittadino di “contraddittorietà” tra quanto deliberato solo lo scorso aprile con le due delibere n. 47 e 48 e quanto deciso con la delibera n. 85 del 19 giugno 2015. Contraddittorietà, che rischia di gravare esclusivamente -secondo gli esponenti di Reggio Futura- sulle 150 famiglie dei lavoratori Reges e Recasi, che con questa “sforbiciata” rischiano di perdere il lavoro.

Alla luce delle ordinanze del 27 aprile scorso in cui la Giunta ammetteva la possibilità di una fusione delle società partecipate e richiamava una sentenza del Consiglio di Stato, che ammetteva le proroghe dei contratti di servizi, sarebbe stato lecito attendersi un’ulteriore proroga di questi contratti -ha dichiarato l’Avv. Oreste Romeoinvece ieri, dopo la delibera n. 85 del 19 giugno, è arrivato un invito perentorio agli amministratori delegati di Reges e Recasi per convocare l’assemblea straordinaria delle due società entro 5 giorni ponendo quale ordine del giorno la messa in liquidazione delle società“.

Un invito, a firma del vice sindaco Saverio Anghelone, che per Romeo è “una patata bollente lasciata dal Sindaco al suo vice”, che invece, quale primo cittadino, ha la responsabilità politica di dare risposte ai cittadini e ai lavoratori. “Desta allarme l’attività contraddittoria del Sindaco tra quanto detto in campagna elettorale e la situazione attuale; oggi si stanno creando le basi per demolire un percorso occupazionale, che vede coinvolti più di 100 lavoratori” -ha proseguito Romeo, secondo cui queste mosse decise dalla Giunta si riveleranno in un “nulla di fatto” dal momento che ancora non si è avuta la reazione dei soci privati, che costituiscono la maggioranza del capitale delle società partecipate, per la cui messa in liquidazione occorre un voto favorevole a maggioranza qualificata.

Alla conferenza stampa di questa mattina, a cui hanno preso parte anche Franco Germanò (già Presidente Recasi) e i consiglieri comunali Massimo Ripepi e Antonino Matalone, si è poi tornati sul caso Burrone all’indomani della “pacificazione” tra il capogruppo di Reggio Futura, Antonino Maiolino, e il consigliere Filippo Burrone.

Ascia di guerra, che però non sembra essere stata sotterrata proprio da tutti i militanti di Reggio Futura: “svolgere il ruolo di opposizione non significa assumere condotte fiancheggiatrici verso chi ha offeso il prestigio delle Istituzioni cittadine con condotte inqualificabili volte al gratuito e delirante dileggio di simboli della Nazione; non è una questione di appartenenza, ma di decoro istituzionale“- ha dichiarato Oreste Romeo. Blasfemia istituzionale, quella posta in essere da Burrone a detta di Romeo, che ha trovato il sostegno non solo della maggioranza e del Sindaco, ma anche di alcuni consiglieri della minoranza, che dicono di “avere problemi più seri a cui pensare“.

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