“Chi sbaglia paga”: Berlusconi pronto alla resa dei conti con i big del partito

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Venezia è lo spartiacque: il Cavaliere vuole recuperare Alfano e puntare tutto sulle liste civiche

Toti e Berlusconi - foto LaPresse
Toti e Berlusconi – foto LaPresse

Se Berlusconi confidava in un segnale da parte dell’elettorato, è stato accontentato: Matteo Renzi non è imbattibile, il Pd a livello locale non ha il consenso granitico che può vantare in Parlamento dove, giocoforza, finisce per interpretare i ruoli di maggioranza e opposizione, fra una stilettata della Boschi e uno sguardo furibondo di Fassina.

La Russa, Romani, Gasparri, Brunetta - foto LaPresse
La Russa, Romani, Gasparri, Brunetta – foto LaPresse

Forza Italia, relegata all’inutilità sostanziale in Transatlantico dopo la risoluzione del Patto del Nazareno, può tornare inaspettatamente a respirare. Venezia non sarà la chiave di volta della rivoluzione liberale 2.0, ma certamente rappresenta una boccata d’ossigeno per un partito atrofizzato, finito con l’imbalsamarsi attorno alla retorica aggressiva di Gasparri e Brunetta.

L’approccio utilizzato da quest’ultimo, in particolare, è stato cassato dall’elettorato moderato: la destra torna a vincere in riva alla Laguna non appena il suo emissario regionale si defila. Di più: vince con una lista civica, con un candidato terzo che sposa gli ideali della coalizione ma che risulta estraneo, in fin dei conti, alle dinamiche interne tanto invise al Cavaliere.

E’ un messaggio preciso, indirizzato all’attenzione di Berlusconi. E se il formattatore Cattaneo guarda alla Lega ed esulta per Arezzo, Matera, Chieti e Rovigo, i ben informati di Arcore descrivono un Caimano pronto alla rottura. Una rottura, sì, con la classe dirigente nazionale che si è fossilizzata nei salotti delle emittenti televisive, mentre avrebbe dovuto tenere il polso del territorio ed imparare ad utilizzare i nuovi canali della comunicazione.

Luigi Brugnaro - foto LaPresse
Luigi Brugnaro – foto LaPresse

E se Matteo Renzi ha la mailing-list con cui ciclicamente tiene aggiornati i suoi elettori, Brunetta – sempre lui – tiene online il Mattinale, una sorta di Pravda forzista curata dal Gruppo alla Camera.

E’ proprio questo mefitico clima che a Berlusconi non sembra andare giù: mentre gli altri corrono la maratona, il partito ha buttato anni per selezionare le scarpe da ginnastica più utili per la competizione, finendo per perdere il tono muscolare. Gli atleti di casa hanno conquistato punti soltanto quando si sono tirati indietro, lasciando la casacca della competizione a stimati professionisti che vivono quotidianamente la dimensione urbana.

In troppe realtà locali manca una cabina di regia: Reggio e Messina, in tal senso, sono gli anti-laboratori per eccellenza, laddove forze egemoni fino a qualche anno addietro si sono ritrovate prive di una leadership riconosciuta, in balìa di Amministrazioni che non sanno esattamente come contrastare. Ma il ragionamento, assai più articolato, verte su troppe metropoli, ivi compresa quella Roma Capitale dove il centro-sinistra perde consensi in favore dei Cinque Stelle.

Angelino Alfano - foto LaPresse
Angelino Alfano – foto LaPresse

L’idea di fondo, allora, è riportare in auge “una certa idea” della destra italiana, per usare un’espressione cara ai gollisti d’oltralpe. Questo vuol dire meno sudditanza rispetto alla Lega: va bene la partnership strategica, ma bisogna tenere distinte le identità, senza inseguire Salvini nel suo campo, ché a Berlusconi quelle urla, quelle bordate contro le cancellerie europee, non piacciono proprio. E poi, con buona pace dei falchi di partito, bisogna recuperare Alfano. Avrà anche un consenso ridotto, sarà anche mellifluo pur di stare al Viminale, ma in tempi di magra non si butta via niente. Così si spiega l’apertura del laboratorio promossa da Gianfranco Micciché in Sicilia: l’ex uomo forte del Cavaliere nell’isola ha confessato senza mezzi termini “Mi sento male al solo pensiero, ma dobbiamo recuperare il rapporto con Ncd”. Il rinnovamento passa anche per una restaurazione, purché sia gestita con le opportune cautele: Arcore vuole riservare spazio agli imprenditori presenti nei piccoli e grandi Comuni, perché la formula della lista civica ha premiato gli sforzi della macchina organizzativa. Compattare il centro-destra non vuol dire distruggere i partiti che lo compongono, ma superare chi ha relegato all’opposizione il “rassemblement dei moderati”. 

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