Il percorso artistico di Caputo andrà in scena nel messinese, grazie alla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella
La mostra è promossa dalla Fondazione Prof. Aurelio Rigoli – CIE di Palermo e dalla medesima fondazione. La Sicilia di Salvatore Caputo ha diverse anime: c’è quella delle coste tirreniche ricche di reperti greci, il cui orizzonte è costellato di isole; quella, aspra e assolata, dell’area che fu punica; ci sono le palme e, a volte, i ruderi di un tempo diverso, pietre inermi rese vive da rampicanti che, avvolgendole, a un tempo le nascondono e svelano; ci sono i boschi, notturni e silenziosi, che ricordano la fitta vegetazione dei Nebrodi. Eppure il paesaggio isolano quale dato meramente “geografico” è solo uno degli elementi del lavoro di questo artista. Nelle rarefatte atmosfere delle opere di Caputo, infatti, la Sicilia c’è, eppure non c’è. Ed è appunto questo costante gioco di specchi e di rimandi – amplificato dal continuo dialogo fra le “nature dipinte” e quelle reali offerte dal giardino e dai panorami di Villa Piccolo – il tema dominante della mostra che, attraverso una ventina di lavori recenti, indaga la paziente e sfaccettata rilettura dei paesaggi isolani e del Mito classico operata da Caputo.
L’ingresso è libero e la mostra resterà aperta fino al 31 agosto 2015.