La crisi economica che sta colpendo l’Italia sta facendo una vera e propria strage di negozi. A Reggio Calabria si assiste alla chiusura di storici esercizi commerciali
Dall’abbigliamento agli alimentari: risale ad inizio anno la chiusura del negozio “Vincenzo Messina”, sito all’altezza di Villa Zerbi. Uno storico punto di riferimento per i reggini, e non, nel settore dell’abbigliamento. È di tempi più recenti, invece, la chiusura, già annunciata ed attuata nei giorni scorsi, del supermercato “Iracarni”, un altro sito prima frequentatissimo, a cui si rifacevano non solo gli abitanti della Via Pio XI dove è ubicato, ma anche quelli delle altre zone cittadine, ormai fidelizzati al negozio.
“Un apri e chiudi continuo”: questo uno dei commenti più “in voga” del momento. I cittadini non ce la fanno più a vedere e a sentire parlare di crisi. Ma di chi è veramente la colpa? Di certo, le cose negli anni sono cambiate: dal livello occupazionale, a quello gestionale, al rapporto con la clientela.
Eppure i segnali, se si sanno cogliere, ci sono: scaffali di alimentari semi-vuoti, svendite eccezionali.
Ma se da un lato ci sono i cittadini, i titolari delle aziende in crisi che vedono sfumare il sogno di una vita, che non sono riusciti a trovare alcuna soluzione se non abbassare la saracinesca, dall’altro a farne le spese ci sono i lavoratori; un posto di lavoro assicurato, una serenità garantita a sé stessi e alle proprie famiglie vista da un giorno all’altra svanita.
“Un futuro che già si preannuncia tutt’altro che sereno”, così la nota stampa di ieri, non ancora smentita, della Uiltucs in merito ai 65 posti di lavori “a rischio” per la possibile chiusura di 6 punti Simply in città. Altre saracinesche abbassate, altri lavoratori mandati a casa, altri sogni spezzati: si preannuncerebbe una situazione drammatica, ancora più drammatica di quella che stiamo già vivendo.