In Consiglio si contesta la scelta strategica della Giunta: l’Amam ha debiti per 75 milioni
Fermare i giochi ed arrestare una folle corsa contro il tempo che non ha ragion d’essere: era questa la richiesta che da più parti veniva indirizzata all’Amministrazione in merito al trasferimento di competenze da MessinAmbiente all’Amam. Ieri, all’ultimo secondo, il vice-sindaco Guido Signorino se n’è fatto persuaso, firmando una proroga di tre mesi per la partecipata di via Dogali.
In questo arco temporale bisognerà costruire le condizioni per permettere all’azienda che si occupa dell’erogazione idrica di assolvere le nuove funzioni, inquadrando i lavoratori in una logica ordinaria e non emergenziale. Tempo che non andrà sprecato, se è vero che allo stato attuale non un atto è stato presentato all’attenzione del Consiglio per indicare le linee guida sulla futura gestione delle partecipate.
Non a caso in molti avanzano dubbi sulla correttezza del percorso proposto: primo fra tutti Giuseppe Santalco, esponente del consesso civico di area Pd, che contesta l’impossibilità materiale per l’Amam di farsi carico della gestione dei rifiuti in città. Passando al setaccio i bilanci di questa realtà, Santalco ha notato una massa debitoria di circa 75 milioni di euro, di cui 28 e rotti sono maturati nei confronti di Palazzo Zanca.
E se per la discarica di pace i piani dell’assessore Ialacqua si sono infranti di fronte al veto ministeriale, per la Sicilia Orientale tutta le notizie non sono incoraggianti: secondo le stime degli esperti, la discarica di Motta Sant’Anastasia richiede una bonifica trentennale per contenere rischi e danni per l’ambiente. Una stima generica e perfino ottimistica, a fronte delle tonnellate d’immondizia raccolte nel sito.