Reggio, a rischio chiusura i 6 punti Simply della città. Uiltucs: “65 posti di lavoro a rischio”

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La crisi incombe a Reggio: a rischio chiusura i 6 punti Simply della città. Uiltucs: “65 posti di lavoro a rischio”

“Ci sono un presente di sacrifici, amarezza e preoccupazione e un futuro che già si preannuncia tutt’altro che sereno per i 65 lavoratori dei 6 punti Simply cittadini. Infatti, sono ben 8 gli stipendi che i dipendenti della Sgs group srl attendono, mentre i punti vendita di via Pellicano e Modena hanno già chiuso, quello di Catona farà altrettanto lunedì e quelli di viale Aldo Moro, Armacà e Sbarre sopravvivono a grande fatica”. Per questo la Uiltucs e la sua segretaria provinciale Sabrina De Stefano, alla guida di lavoratori “stanchi ed inquieti”, ha indetto lo stato d’agitazione e lancia la richiesta alla Prefettura “di un immediato tavolo tecnico con l’azienda”, che è in amministrazione giudiziaria dall’agosto 2012, al quale far sedere anche il Comune, “vista le dure ripercussioni su occupazione, economia e famiglie reggine”. “I lavoratori con dignità, senso del dovere e passione per il proprio lavoro stanno continuando ad operare ogni giorno nei rispettivi punti vendita ancora aperti, mentre altri, in ferie forzate, mossi dagli stessi sentimenti, non possono più farlo in quelli già chiusi. Quotidianamente stanno alle casse o dietro un bancone, nonostante enormi sacrifici come gli otto stipendi arretrati, cioè le mensilità che vanno da febbraio a luglio più 13esima e 14esima, e il contratto di solidarietà, e l’angoscia per il futuro e per l’assenza di denaro per portare avanti spese personali o familiari come bollette o mutui. E nonostante il dolore di non poter lavorare al meglio, visti gli scaffali quasi vuoti nei supermarket che resistono e i pochissimi clienti ancora non allontanatisi a causa di questa situazione, parallelo a quello di vedere le saracinesche abbassate di quelli già serrati” ha affermato la De Stefano a margine di un confronto con un gruppo di dipendenti avvenuto in un’atmosfera pesante all’interno di uno dei tre grandi magazzini ancora attivi. “Non solo non abbiamo stipendi e merce, non abbiamo neanche futuro. Come faccio a pagare le bollette o a dare da mangiare a mio figlio? E come farò? Stiamo facendo tanti sacrifici, fisici, psicologici ed economici, ma a noi non pensano minimamente. Trovano la scusa del calo di vendite, invece manca una strategia. Si dice che rispetto ai 30 milioni di euro di fatturato del 2011 si è perso il 70%, ma il problema è che non si è fatto nulla per arrestare il declino e rilanciare le risorse umane e il marchio Simply. Siamo allo sbando» è stato uno sfogo di un dipendente. «Invece, noi della Uiltucs non abbiamo abbandonato i lavoratori e continuiamo a stare al loro fianco. Vista questa situazione e alcune “sordità” alle nostre richieste di confronto sul futuro con l’azienda, ad esempio su una possibile trattativa con acquirenti sulla quale non abbiamo avuto alcuna informazione e dettaglio, indiciamo lo stato di agitazione e chiediamo di sederci al tavolo con Prefettura, azienda e Comune. Vogliamo risposte celeri. Perché 65 persone e i loro cari sono stanchi di vivere tra amarezze ed ansie e meritano rispetto” è la conclusione della De Stefano

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