Calabria, la denuncia che mette i brividi: “un pentito parla di scorie nucleari interrate, cittadini terrorizzati”

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Anoldo: “nel cosentino, secondo il pentito, sono stati interrati dei rifiuti radioattivi con il beneplacito della Cosenza che conta”

“Le parole del ventottenne Mattia Pullicanò hanno allarmato l’intera comunità. Nel cosentino, secondo il pentito, sono stati interrati dei rifiuti radioattivi con il beneplacito della ‘Cosenza che conta’. Clan, imprenditoria e politica tutti d’accordo nell’avvelenare i propri conterranei. Appalti nel Nord Italia in cambio dell’occultamento delle scorie radioattive del settentrione. Protagonista l’avvocato campano Cipriano Chianese affiliato al gruppo dei casalesi con ottimi legami con funzionari pubblici. Fu lui, secondo il collaboratore di giustizia Pullicanò a far seppellire a Lattarico in contrada Regina venti anni fa rifiuti di natura ‘sospetta’. Un business che avrebbe voluto ripetere appena Pullicanò uscì dalle patrie galere. Al giovane chiese di organizzarsi per costruire capannoni o impianti fotovoltaici sotto i quali nascondere rifiuti radioattivi. Per placare lo scetticismo del pusher del clan Lanzino Chianese raccontò di aver già fatto un’operazione simile decenni prima. L’affare che sarebbe servito a ridurre i costi di smaltimento di rifiuti tossici di un’azienda emiliana non andò mai in porto” afferma in una nota l’attivista Francesco Anoldo.Così dice il pentito ventottenne sulle cui dichiarazioni sta indagando l’antimafia.  Il governo faccia chiarezza sull’eventuale presenza di rifiuti radioattivi nel Comune di Lattarico in seguito alle affermazioni del pentito Mattia Pulicanò. A distanza di sei mesi – prosegue-non siamo neanche riusciti a conoscere i risultati delle indagini conoscitive condotte attraverso un elicottero sui cieli della Calabria, che sarebbero dovuti essere pubblici entro fine febbraio e che ancora risultano essere avvolti da un alone di mistero. Il governo ed il PD non vogliono avviare il registro tumori ed il registro epidemiologico in Calabria, che potrebbe dare una mano per comprendere l’incidenza tra neoplasie tumorali e la presenza di rifiuti tossici sul nostro territorio. Nel frattempo in Calabria – aggiunge– si muore in silenzio, mentre la vecchia politica continua ad essere complice delle organizzazioni criminali attraverso un’inoperatività che puzza di collusione. È evidente  che il governo non vuole affrontare seriamente il problema dei rifiuti tossici in Calabria, perché non sa da che parte iniziare con le operazioni di bonifica che peserebbero non poco sulle casse dello Stato. A quanto pare – conclude– i cittadini calabresi non hanno il diritto di vivere in un territorio salubre e pulito e vengono sacrificati sull’altare della convenienza economica”.

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