Messina, la dotazione organica dell’Asp non convince la Cisl

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Il sindacato di viale Europa contesta le scelte presentate: “il taglio di spesa rischia di non coprire i costi del personale”. Così la Cisl di Messina lancia l’allarme sul rischio interruzione di servizio pubblico

Si è tenuto oggi il primo incontro voluto dal Direttore Generale  dell’Asp di Messina, Gaetano Sirna, per discutere la dotazione organica e l’atto aziendale della realtà provinciale. Provvedimenti che vanno approvati entro il 30 settembre e che quindi si pongono all’ordine del giorno

La dotazione organica proposta – dichiarano i segretari generali di Cisl FP, Calogero Emanuele, e Cisl Medici, Gianplacido De Luca, a margine dell’incontro – non risponde a quelle che sono le indicazioni delle linee guida e soprattutto il rispetto dei parametri di calcolo della forza lavoro e le proporzioni tra personale medico, tecnico infermieristico e amministrativo. Rispetto ai servizi previsti sul territorio e nei vari presidi ospedalieri non c’è proporzione né rapporto equilibrato“.

La nuova dotazione organica prevede:

  • dirigenza medica 28% con 1374 unità;
  • infermieri e tecnici 44% 2198 unità;
  • Amministrativi 29% 1425 unità.

Per gli ospedali riuniti è necessario prevedere in maniera dettagliata delle Unità operative e del relativo personale assegnato per singolo presidio.  Tra la vecchia e la nuova dotazione si registra un decremento delle unità infermieristica” obiettano dal sindacato di Viale Europa, ricordando contestualmente come sia necessario parametrare gli addetti in funzione dei servizi territoriali.

Registrando l’anomala assenza di capi sala in diversi distretti e ribadendo l’importanza di mantenere in vita l’ufficio prevenzione e controllo del territorio, Emanuele e De Luca proseguono nel loro ragionamento: “I previsti 792 posti ed i servizi territoriali distrettuali impongono una seria valutazione e soprattutto la previsione delle figure professionali funzionali ai servizi da erogare. Questo dimostra che la dotazione organica proposta è una fotografia dell’attuale, ma penalizzando alcuni territori ed alcuni servizi a vantaggio di altri. La legge e le linee e guida – precisano ancora i due – vogliono una implementazione dei servizi territoriali e non può essere condivisa la scelta di implementazione di posti di amministrativi: dirigenti avvocati, dirigenti indistinti, uffici di staff e di direzione“.

Emanuele e De Luca hanno chiesto così di completare gli atti con il prospetto del personale in servizio, definendo posti vacanti, tetto di spesa, spesa attuale e futura della dotazione organica completa.

Temiamo –  concludono i sindacalisti – che il taglio del tetto di spesa non riuscirà  a coprire la spesa di personale necessario per i servizi che obbligatoriamente devono essere garantiti e quindi con il serio rischio di assistere ad interruzione di pubblici servizi. Bisogna fare una programmazione del fabbisogno triennale,  pensionamenti e riconversioni verso settori carenti e quindi infermieri e professioni”.

Il direttore, come richiesto anche dal sindacato, si è impegnato a convocare dei tavoli tecnici per presentare proposte ed osservazioni finalizzate ad un migliore assetto organizzativo dell’azienda.

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