Reggina, incontro Praticò-Mariotto. Si lavora ad uno staff dal sapore vintage, poi l’allenatore e i calciatori

StrettoWeb

Reggina, grande attesa per il consiglio federale di martedì 4 agosto: con ogni probabilità, certificherà la partecipazione del club amaranto al prossimo campionato di serie D

Ultimi giorni di attesa prima dell’ufficialità. La neonata AS Reggina, destinata a dare un seguito all’ultracentenaria storia amaranto dopo la mancata iscrizione della Reggina Calcio al prossimo campionato di Lega Pro, con ogni probabilità martedì 4 agosto – a scanso di eventi che a questo punto sarebbero clamorosi – verrà ufficialmente iscritta al prossimo campionato di serie D. Un atto dovuto da parte del Consiglio Federale, nel pieno rispetto delle norme della FIGC, su cui però il presidente in pectore Mimmo Praticò non vuole ancora sbilanciarsi aspettando nero su bianco.

Lo smacco subito la scorsa settimana con lo svincolo dei calciatori che ha fatto venir meno il progetto di salvataggio del vecchio club e della categoria è ancora fresco, quindi la prudenza non è mai troppa. E’ bene però andare a dare un’occhiata alle norme federali per illustrare come l’iscrizione della nuova Reggina alla prossima serie D, da parte della FIGC, non sia altro se non un atto dovuto nel pieno rispetto delle regole federali. Non è un favore o una cortesia, è ciò che viene previsto dalle norme per le nuove società che danno continuità ad una storia sportiva dopo che una vecchia società non si è iscritta ad un torneo professionistico. E’ successo al Parma e al Venezia quest’anno, al Siena e al Padova lo scorso anno, e così via a molti altri in passato. Per quale motivo non dovrebbe essere così anche per la Reggina, a parità di condizioni?

Come funziona: il regolamento

In base alle norme della NOIF (Norme Organizzative Interne della Federazione) per l’attribuzione del titolo sportivo e di un nuovo numero di matricola dell’affiliazione alla Figc per eredità sportiva ad una nuova società, la Federazione deve verificare che la nuova società sia in grado di “fornire adeguate garanzie di solidità finanziaria e continuità aziendale“. Deve essere, quindi, una società che possa ereditare il nome, i colori sociali, i trofei, il palmarés, la tradizione sportiva, le vittorie e finanche le sconfitte. In sostanza l’insieme di quelle componenti infungibili che rappresentano un patrimonio aziendale intangibile, unico nel suo genere, denso di significati sociologici ed economici, integranti la passione sportiva. Il titolo sportivo non è solo un asettico riconoscimento da parte della FIGC delle condizioni tecniche sportive che consentono, concorrendo gli altri requisiti previsti dalle norme federali, la partecipazione di una società ad un determinato campionato “ma è soprattutto un trasferimento del patrimonio immateriale della precedente società. E questo patrimonio non ha solo un valore di eredità morale bensì un rilevante valore economico costituito dalla possibilità di sfruttare economicamente la continuità (si pensi alle sponsorizzazioni, ai diritti per le riprese televisive ecc.); non per nulla la nuova squadra deve conservare il nome ed i colori della vecchia e, per ultimo non meno importante, la tifoseria dovrà trasferire la propria passione sportiva, come è dato notorio, alla nuova squadra, pur composta in gran parte da calciatori diversi…”.

Abrogazione del Lodo Petrucci e il ruolo del Sindaco

Con una delibera del 27 maggio 2014, il Consiglio Federale della FIGC ha abrogato i commi 6,7,8,9 dell’art. 52 NOIF, cioè il “Lodo Petrucci”, compresa la norma che prevedeva l’obbligatorietà dell’audizione del Sindaco. Non vi è più quindi la necessità di chiedere il parere del primo cittadino sulla nuova società, ferma restandone la scelta di mera opportunità che resta, naturalmente discrezionale. A Parma, ad esempio, si è fatto ricorso per scegliere quale tra le due società nate per prendere il posto di quella fallita in serie A avrebbe dovuto proseguire l’attività sportiva cittadina perchè c’erano state due cordate a richiedere l’eredità sportiva, il titolo sportivo e l’iscrizione in serie D. A Reggio invece per la nuova Reggina non si è posta quest’eventualità, ma la domanda della società sarà comunque accompagnata da una lettera del primo cittadino. In base alle norme delle NOIF, la nuova società deve aver sede nella stessa città (per confermare il radicamento sul territorio), garantire la sua solidità finanziaria e “la continuità aziendale“, una garanzia della continuità con la precedente azienda, in modo che possa continuare la tradizione sportiva (“il che, in altre parole, significa che i tifosi della vecchia squadra possano continuare ad identificarsi con la nuova“) Secondo la Corte d’Appello l’intento sportivo perseguito dalla FIGC è quello di non lasciare “orfani” gli sportivi e di non disperdere i tifosi della squadra gestita dalla società che ha perso il titolo.

I costi

Per partecipare con una nuova società alla prossima serie D, la nuova AS Reggina è riuscita (grazie ai grandi sacrifici di un gruppo ristretto di imprenditori locali che ha scelto di privare le proprie famiglie e aziende di somme importanti per far sopravvivere il calcio a Reggio Calabria) a raccogliere nell’immediato i 350.000 euro indispensabili allo scopo. Nello specifico, va effettuato un versamento di 300 mila euro a fondo perduto, mentre gli altri 50.000 euro sono di tasse (fideiussione di 31.000 euro più altri oneri tra tassa associativa, tassa di iscrizione alla Serie D, tassa di iscrizione al campionato Juniores, acconto spese ed assicurazione quantificabili in 19 mila euro), da parte della nuova proprietà che dovrà anche realizzare un piano triennale tecnico – sportivo che dimostri la sostenibilità dell’investimento compiuto.

Insomma, non c’è alcun motivo per cui la nuova AS Reggina non possa ereditare il titolo sportivo della Reggina Calcio, essere affiliata alla FIGC con un nuovo numero di matricola e partecipare alla prossima serie D, la 4^ categoria calcistica nazionale. E’ un passaggio che a Reggio in questi giorni sembra la fine del mondo soltanto perché l’ultima volta è successo 29 anni fa (senza neanche perdere la categoria), ma nel mondo del calcio è la normalità per tutti i club in modo molto più frequente, dalle vicine MessinaCatania, CosenzaCatanzaro alle più blasonate Napoli, FiorentinaGenoa, Padova, PerugiaParma, Venezia tanto per rimanere agli anni più recenti. Al Venezia, ad esempio, è accaduto quest’anno per la terza volta negli ultimi dieci anni. La nuova Reggina ha la chance di ripartire dalla D che è la quarta categoria nazionale, in cui la squadra amaranto ha già militato più volte. Sfide d’altri tempi all’orizzonte con CaveseRende, ViboneseSiracusa oltre al possibile Derby dello Stretto con il Messina che vivrà una settimana decisiva per il passaggio della società alla nuova cordata locale da cui ripartirà il progetto del calcio peloritano dopo l’esperienza di Lo Monaco.

I primi incontri per uno staff tecnico dal sapore vintage

Intanto la nuova società sta lavorando allo staff tecnico, anche se il primo passaggio dopo il 4 agosto sarà la prima riunione del CdA con la nomina del Presidente, del VicePresidente e la composizione dell’organigramma. Non dovrebbero esserci novità sulla figura di Mimmo Praticò alla guida del club. Proprio Praticò ha incontrato nelle scorse ore a Reggio un grande ex amaranto, una storica bandiera e uno dei capitani più amati della storia come Massimo Mariotto. Ne abbiamo già parlato nei giorni scorsi, dovrebbe essere lui il nuovo Direttore Sportivo con pieni poteri. Da lui, poi, arriveranno le scelte più attese per il nuovo allenatore e i calciatori. Nulla di scontato, si procede per tappe, ma per la panchina resta davanti a tutti Ciccio Cozza, voglioso di riscattare l’esperienza finita male lo scorso autunno con le dimissioni. Assolutamente prematuro, ad oggi, ogni tipo di discorso su ipotetiche trattative per i calciatori. La società sta continuando a lavorare per trattenere i migliori prospetti giovanili della Reggina Calcio, soprattutto nell’ottica della squadra che dovrà essere iscritta al campionato Juniores, ponendo le basi per il settore giovanile in continuità con il glorioso vivaio amaranto che da due decenni sforna talenti anno dopo anno imponendosi nelle principali competizioni nazionali. Altri due grandi ex come Pietro ArmeniseTarcisio Catanese potrebbero avere un ruolo importante proprio nella gestione del settore giovanile. Contemporaneamente si cercheranno le soluzioni ideali per l’utilizzo di quelle strutture da cui la Reggina non può prescindere: sia il Comune per il Granillo che Lillo Foti per il Sant’Agata hanno dato piena disponibilità alla nuova società.

La nuova società non ha grandi budget a disposizione e non farà spese folli, ha però in mente un progetto ambizioso da realizzare senza voli pindarici, passo dopo passo, con passione e la giusta competenza. L’economia reggina non consente investimenti milionari come invece sta accadendo a Parma. Bisogna far fronte alle difficoltà con altre doti, come appunto competenza e professionalità. Tra sponsor e abbonamenti si punta ad avere entrate per 500.000 euro, che per tentare di vincere la serie D non possono bastare. I costi per una stagione che veda la squadra lottare per il vertice e contemporaneamente gestire tutta l’ordinaria amministrazione sono di circa 1 milione di euro. Negli incontri di questi giorni si stanno ricercando figure dal cuore amaranto vogliose di diventare parte integrante di questo progetto e disponibili a realizzare una sorta di investimento per il futuro: se le cose andranno bene, chi avrà seminato potrà raccogliere i frutti. Anche nel 1986 la nuova Reggina partiva con pochi soldi ma tanta passione. La competenza e la lungimiranza di quella nuova società riuscì a mettere le basi per tutti gli straordinari successi che furono immediati. L’augurio di tutti è che anche il 2015 possa essere ricordato, tra 30 anni, come la tappa di un nuovo glorioso inizio: bisogna amalgamare nel modo giusto un mix di esperienza e modernità per individuare le strade giuste che possano dare un futuro di vertice alla Reggina, espressione di un territorio povero, economicamente in ginocchio, come quello di Reggio Calabria. Non è affatto semplice, ma è chiaro che serve il sostegno di tutti, in primis della gente e dei tifosi chiamati ad un grande atto d’amore in vista della nuova campagna abbonamenti e della sottoscrizione popolare.

Condividi