Reggio, il TAR dà ragione ai titolari dei Gazebo: via ai sigilli. Adesso il Comune è nei guai: rischia di dover pagare maxi-risarcimenti

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Il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) ha concesso la sospensiva sul provvedimento di sequestro dei Gazebo accogliendo il ricorso degli esercenti

reggio gazebo sequestrati (1)Il TAR dà ragione ai titolari dei Gazebo: la giustizia fa il suo corso e il Tribunale Amministrativo Regionale, competente in materia, ha accolto il ricorso degli esercenti concedendo la sospensiva del provvedimento imposto dall’Amministrazione Comunale che aveva ordinato il sequestro di 5 gazebo ad alcuni dei principali locali del Lungomare (Giardini, Le Palme, Vittorio Emanuele, Matteotti e La Plaza). I giudici hanno esaminato tutta la documentazione fornita dai legali dei locali e hanno accolto il loro ricorso: adesso i sigilli saranno rimossi e domani i Gazebo potranno riaprire, verosimilmente a partire dal pomeriggio (dipenderà dai tempi tecnici con cui verrà notificata la sospensione del regolamento).

reggio gazebo sequestrati (9)Adesso il Comune di Reggio Calabria è nei guai: rischia di dover indennizzare i titolari dei Gazebo sequestrati con maxi-risarcimenti. I locali sono rimasti chiusi nei 10 giorni di più alta affluenza turistica della città, e gli esercenti hanno tutta l’intenzione di portare avanti la loro battaglia legale. Chiederanno i risarcimenti al Comune per un provvedimento considerato estremo, fuori tempo e poco chiaro. I titolari dei locali sequestrati, infatti, chiedono chiarezza sulla “scelta” dei 5 gazebo sequestrati: sostengono, infatti, che anche tutti gli altri gazebo della città, non solo del Lungomare ma anche del Corso Garibaldi e di altre zone, potevano essere considerati “morosi” tanto quanto i loro locali. “Eravamo tutti sulla stessa barca, non pagavamo nessuno – da quello che ci risulta – perché avevamo intrapreso una battaglia legale contro il Comune da quando avevano aumentato le aliquote improvvisamente del mille per cento, con effetto anche retroattivo. Avevamo chiesto tutti insieme anche ulteriori incontri sulle rateizzazioni. Come mai a noi hanno chiuso il Gazebo e ad alcuni nostri colleghi no? E’ stata una missione punitiva? Per quale motivo, e con quali titoli? Noi abbiamo tutta la documentazione utile, e porteremo avanti il ricorso in tutti i gradi di giudizio“. E per Palazzo San Giorgio quello che è stato un provvedimento eclatante volto a dare chissà quale parvenza di legalità, adesso rischia di trasformarsi in un boomerang non solo giudiziario, ma anche economico.

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