In attuazione della Circolare n.1 del 02/01/2012 del MiBACT, avente per oggetto Piano di riduzione degli oneri amministrativi – modulistica standardizzata, si legge, infatti, al punto 38 del modelloscaricabile dal sito del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo http://www.sbap-pr.beniculturali.it/index.php?it/128/modulistica-standardizzata l’autorizzazione paesaggistica in via sostitutiva, mediante procedimento semplificato, va richiesta (punto 38) per “Occupazione temporanea di suolo privato, pubblico, o di uso pubblico, con strutture mobili, chioschi e simili, per un periodo superiore a 120 giorni.”;
All’atto della presentazione e deposito in data 13.5.2015 delle Opere temporanee di facile rimozione in SCIA per il 2015 prot. 3168, infatti, il SUAP non richiese alla “Free Spirits” alcuna autorizzazione paesaggistica, neppure in via sostitutiva e mediante procedimento semplificato, proprio perché esisteva una precedente autorizzazione e perché la nuova normativa non la prevedeva per un’attività che aveva il carattere della temporaneità, fissata in 90gg.;
Solamente in data 27.7.2015, proprio quando l’associazione sportiva iniziava l’attività stagionale contando sul precedente parere in essere, sulle assicurazioni ricevute e, in una parola, sul consolidato principio dell’affidamento, il SUAP si è accertato che l’ ufficio preposto al parere fossero chiuso per ferie ed ha richiesto un improbabile parere all’Ufficio della Provincia, e non nei quaranta giorni dalla data di ricezione della domanda, come prevede la legge, nè entro i trenta giorni come nel caso di autorizzazione paesaggistica semplificata.
Di fronte alla tracotanza della Guardia Costiera, che ritiene di trovarsi di fronte alla flagranza di un grave reato e ad una straordinaria situazione di urgenza suscettibile di provocare gravi danni all’arenile, avviene l’inimmaginabile: senza attendere neppure un decreto motivato del pubblico ministero o del giudice, la p.g. procede d’iniziativa al sequestro del manufatto.
L’incredibile storia è solo un altro tassello di quel connubio complice tra poteri locali che penalizza la città ed il suo sviluppo turistico-ricettivo, in questo caso strangolato da un atto destinato a creare scalpore per la sua ottusità, privo com’è di buonsenso e dei presupposti di legge.
Ma i surfisti non si arrendono: di fronte all’evidenza di aver visto rovinate le proprie vacanze ed alla rabbia che monta, hanno previsto per domani una mobilitazione generale con forme di protesta estreme da parte degli sportivi reggini ma soprattutto delle centinaia di turisti che raggiungono le nostre coste per trascorrere le ferie in quel piccolo paradiso naturale che è Punta Pellaro.
Nota diffusa tramite gli avvocati di Vincenzo Tornabene, rappresentante dell’