L’attrice sarà in scena il 18 agosto nel Teatro Antico
Caterina Vertova è Giocasta, una donna che combatte contro le distinzioni sociali e culturali, una fra tutte quella fra uomo e donna. Giocasta ha sapientemente costruito il suo destino e non vuole che ciò venga messo in discussione. Il testo dell’autrice contemporanea greca Dimitra Mitta risponde alla necessità di mettere in scena una figura come Giocasta per analizzare e capire che cosa succede nell’anima e nel cuore di un grande personaggio femminile della mitologia greca, di cui ad oggi si è solo “accennato” attraverso la storia di Edipo. Giocasta, regina di Tebe, a causa di una tremenda profezia, sposa Edipo, suo figlio, che nello stesso tempo è anche l’assassino di Laio, suo primo marito e padre di Edipo stesso.
Questa lente d’ingrandimento puntata dall’autrice sulla complessità di una donna e madre come Giocasta, definisce un concetto rivoluzionario dell’essere donna, moglie e madre. Per liberarsi (sindrome di Giocasta), Giocasta inneggia alla possibile totale libertà di diventare madre “con il seme di un altro uomo” e alla necessità di una “sorte diversa e distinta” di una moglie rispetto al proprio marito. La tragedia ha un finale diverso da quanto siamo abituati a vedere sul palcoscenico della drammaturgia greca.
Insieme a Caterina Vertova e Edoardo Siravo, anche Valentina Enea e Cesare Biondolillo. I due giovani attori palermitani porteranno egregiamente in scena, con umiltà e intelligenza, Antigone e il giovane Edipo.
Tra le novità di questa edizione, la partecipazione di Renato Campese, che interpreta un disincantato e ironico Tiresia, forse il personaggio più consapevole e integro di tutta la vicenda. Lo spettacolo, diretto dal regista pattese Stefano Molica, andrà in scena il 18 agosto alle 21:15 nella meravigliosa cornice del Teatro Antico di Tindari, e il 19 agosto alle 19:15 nel Teatro Greco di Segesta.