Le tristi immagini di Aylan, il bambino annegato dopo il naufragio del barcone carico di profughi nelle rive di Bodrum, in Turchia. Eccolo sorridente in alcune foto rilasciate dalla sua famiglia e poi, senza vita sulla spiaggia: forse è giunto il momento di fermarsi e riflettere abbandonando le polemiche
Aylan sorride nelle immagini a corredo dell’articolo. Ciò che un bambino di 3 anni è solito fare quando gli si dice di sorridere davanti all’obiettivo di una fotocamera. E, osservando i suoi occhi sorridenti è impossibile non soffermarsi a fare più di una riflessione. E’ giusto che i sogni di un bambino di tre anni possono essere spezzati così? Alyan, per chi ancora non avesse avuto modo di vedere le foto shock che circolano sul web da alcuni giorni, è quel bimbo immortalato ormai senza vita sulla riva della città costiera di Bodrum, in Turchia.
Aylan, è solo una dell’ennesima vittima dei viaggi della speranza che ormai, sembrano quasi diventati una sorta di routine giornaliera e quasi, non ci si meraviglia più dinnanzi alle notizie sul web e nelle tv, dei continui naufragi dei barconi che trasportano i profughi cariche di speranza, e con tanta voglia di scappare dai paesi dilaniati dalla povertà e dalla guerra. Aylan, viaggiava proprio su un barcone con altre 16 persone , partito dall’isola turca di Kos e diretto in cerca di salvezza. La nave, trasportava 16 immigrati siriani ed è affondata poi, nell’area di Akuarlar, sulla penisola di Bodrum, 6 profughi hanno perso al vita, 4 sono stati salvati dalla guardia costiera, altri invece sono tutt’oggi dispersi. Morti, fra quelle onde che dovevano invece regalargli speranza: fra le vittime anche il piccolo di 3 anni Aylan e parte della sua famiglia: la madre di 35 anni Rehan, ed il fratellino di 5 Galip.
Le immagini, mostrano com’era la vita di Aylan prima della tragedia del mare: un bambino come tanti, che andava ancora sul triciclo, ed abbracciava il papà per farsi scattare una foto. Un bambino che, come tanti, non conosceva la guerra e neanche si chiedeva cosa fosse, o cosa si aspettasse dal futuro.
Forse, possiamo solo immaginare che già nella sua fantasia di bambino, sapesse cosa avrebbe voluto fare da grande, forse il pilota o forse l’astronauta. Non lo sapremo mai quali erano i sogni di Aylan, perchè sono rimasti con lui, su quella riva che lo ha accolto e sulla quale vi è rimasto esanime.
E dunque, lasciando perdere per una volta le centinaia di polemiche che sorgono intorno alla problematica immigrazione e che spesso diventa solo un’ arma di scontro politico fra le varie correnti; lasciamo stare la polemiche se è giusto aiutarli, se è giusto che stiano nel loro paese, se è giusto che “invadano” le nostre città. L’unica riflessione da fare, dinnanzi a queste immagini è se sia giusto, invece, che un bambino di 3 anni possa aver perso la vita solo perchè cercava di salvarsi e di trovare la terra che gli avrebbe regalato certamente un futuro migliore.