Le tristi immagini di Aylan, il bambino annegato dopo il naufragio del barcone carico di profughi nelle rive di Bodrum, in Turchia. Eccolo sorridente in alcune foto rilasciate dalla sua famiglia e poi, senza vita sulla spiaggia: forse è giunto il momento di fermarsi e riflettere abbandonando le polemiche
Aylan, è solo una dell’ennesima vittima dei viaggi della speranza che ormai, sembrano quasi diventati una sorta di routine giornaliera e quasi, non ci si meraviglia più dinnanzi alle notizie sul web e nelle tv, dei continui naufragi dei barconi che trasportano i profughi cariche di speranza, e con tanta voglia di scappare dai paesi dilaniati dalla povertà e dalla guerra. Aylan, viaggiava proprio su un barcone con altre 16 persone , partito dall’isola turca di Kos e diretto in cerca di salvezza. La nave, trasportava 16 immigrati siriani ed è affondata poi, nell’area di Akuarlar, sulla penisola di Bodrum, 6 profughi hanno perso al vita, 4 sono stati salvati dalla guardia costiera, altri invece sono tutt’oggi dispersi. Morti, fra quelle onde che dovevano invece regalargli speranza: fra le vittime anche il piccolo di 3 anni Aylan e parte della sua famiglia: la madre di 35 anni Rehan, ed il fratellino di 5 Galip.
Le immagini, mostrano com’era la vita di Aylan prima della tragedia del mare: un bambino come tanti, che andava ancora sul triciclo, ed abbracciava il papà per farsi scattare una foto. Un bambino che, come tanti, non conosceva la guerra e neanche si chiedeva cosa fosse, o cosa si aspettasse dal futuro.
Forse, possiamo solo immaginare che già nella sua fantasia di bambino, sapesse cosa avrebbe voluto fare da grande, forse il pilota o forse l’astronauta. Non lo sapremo mai quali erano i sogni di Aylan, perchè sono rimasti con lui, su quella riva che lo ha accolto e sulla quale vi è rimasto esanime.
E dunque, lasciando perdere per una volta le centinaia di polemiche che sorgono intorno alla problematica immigrazione e che spesso diventa solo un’ arma di scontro politico fra le varie correnti; lasciamo stare la polemiche se è giusto aiutarli, se è giusto che stiano nel loro paese, se è giusto che “invadano” le nostre città. L’unica riflessione da fare, dinnanzi a queste immagini è se sia giusto, invece, che un bambino di 3 anni possa aver perso la vita solo perchè cercava di salvarsi e di trovare la terra che gli avrebbe regalato certamente un futuro migliore.