Capitale Messina accende i fari sul litorale di Contesse e invita la Giunta ad osare di più

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Un apprezzamento per Ialacqua è arrivato, stamane, da Giovanni Randazzo, il geologo di riferimento dell’associazione

daniele ialacquaCapitaleMessina torna a farsi sentire e mette all’ordine del giorno la situazione del litorale di Contesse. Lo fa con una nota redatta dal prof. Giovanni Randazzo, geologo e coordinatore del tavolo territorio dell’Associazione.

Da tempo osserviamo il degrado in cui versa il litorale messinese- sostiene Randazzo – e ci ripromettevamo di intervenire con qualche suggerimento che potesse aiutare questa giunta a trovare la forza di uscire con qualcosa di programmatico in materia di waterfront e faccende connesse”. Lo scenario è a tratti impietoso: “si passa da problemi di mera sopravvivenza degli arenili e del retrostante tessuto urbano, a quelli di gestione di un investimento portuale di cui probabilmente non si capisce l’importanza strategica, all’interazione città – porto, di fatto negata, alle proposte d’uso di un’area da decenni alienata al tessuto urbano (Zona Falcata), alla semplice regolamentazione dei conflitti d’uso della fascia costiera (lidi, circolazione, parcheggi, movida, porti a secco)”.

capitalemessina differenziataEsprimendo apprezzamento per l’interessamento di Ialacqua verso il litorale di Contesse, Randazzo ricorda il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM) redatto, in house, dalla precedente amministrazione, sotto l’egida di un commissario ad acta, adesso giacente presso gli uffici della Regione Siciliana. “Il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM) e la relativa Valutazione Ambientale Strategica (VAS), se applicati correttamente, permetterebbero di redigere uno strumento di gestione e di monitoraggio della fascia costiera, estremamente potente, ma questo non è stato compreso né da questa amministrazione comunale, né da tante altre che hanno ignorato le proprie responsabilità. L’Assessore Regionale al Territorio e all’Ambiente, probabilmente stanco di questa diffusa insipienza, con una circolare dello scorso 9 giugno, ha di fatto provato ad esautorare le amministrazioni locali del proprio ruolo, collegando il PUDM al piano del demanio coste regionale piuttosto che al Piano Regolatore Generale (PRG), sollevando il Consiglio Comunale da qualsiasi parere e limitando l’attivazione della procedura di VAS solo per quelle aree, coperte da SIC e ZPS. In questo modo la gestione del litorale dei diversi comuni passerebbe in mano all’ufficio demanio della Regione Siciliana che, in virtù di ciò, ha autorizzato attività, non contestualizzandole né con gli interessi della comunità né con le più elementari norme di inserimento nel tessuto urbanistico”.

Un’iniziativa che, oltre a privare le amministrazioni locali della possibilità di autodeterminarsi, toglierebbe ai cittadini, eliminando la VAS e la relativa fase di consultazione pubblica, la possibilità di controllare le scelte programmatiche e i processi amministrativi intrapresi e agli stessi enti locali la possibilità di acquisire utili informazioni sul proprio spazio costiero, indispensabili per la redazione di un piano di gestione delle coste scientificamente oggettivo, tecnicamente implementabile e facilmente verificabile.

In definitiva Capitale Messina da un lato “non può non plaudire  all’isolata azione dell’Assessore Ialacqua, ma dall’altro lato non può esimersi dallo stigmatizzare l’assenza di un’azione olistica finalizzata alla gestione del sistema costiero”. Da qui l’invito ad uscire dall’isolamento politico per avviare un proficuo dialogo istituzionale e recuperare spazi della città.

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