Un apprezzamento per Ialacqua è arrivato, stamane, da Giovanni Randazzo, il geologo di riferimento dell’associazione
“Da tempo osserviamo il degrado in cui versa il litorale messinese- sostiene Randazzo – e ci ripromettevamo di intervenire con qualche suggerimento che potesse aiutare questa giunta a trovare la forza di uscire con qualcosa di programmatico in materia di waterfront e faccende connesse”. Lo scenario è a tratti impietoso: “si passa da problemi di mera sopravvivenza degli arenili e del retrostante tessuto urbano, a quelli di gestione di un investimento portuale di cui probabilmente non si capisce l’importanza strategica, all’interazione città – porto, di fatto negata, alle proposte d’uso di un’area da decenni alienata al tessuto urbano (Zona Falcata), alla semplice regolamentazione dei conflitti d’uso della fascia costiera (lidi, circolazione, parcheggi, movida, porti a secco)”.
Un’iniziativa che, oltre a privare le amministrazioni locali della possibilità di autodeterminarsi, toglierebbe ai cittadini, eliminando la VAS e la relativa fase di consultazione pubblica, la possibilità di controllare le scelte programmatiche e i processi amministrativi intrapresi e agli stessi enti locali la possibilità di acquisire utili informazioni sul proprio spazio costiero, indispensabili per la redazione di un piano di gestione delle coste scientificamente oggettivo, tecnicamente implementabile e facilmente verificabile.
In definitiva Capitale Messina da un lato “non può non plaudire all’isolata azione dell’Assessore Ialacqua, ma dall’altro lato non può esimersi dallo stigmatizzare l’assenza di un’azione olistica finalizzata alla gestione del sistema costiero”. Da qui l’invito ad uscire dall’isolamento politico per avviare un proficuo dialogo istituzionale e recuperare spazi della città.