Messina, accoglienza ai migranti: perché non utilizzare la Casa di Vincenzo?

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La proposta viene dal Consiglio comunale, dove due esponenti del Gruppo Misto hanno espresso severe critiche nei confronti dell’Amministrazione

L’emergenza migranti può essere affrontata con maggiore capacità sistemica: ne sono convinti Nina Lo Presti e Luigi Sturniolo, consiglieri comunali del Gruppo Misto, che si sono fatti interpreti del disagio manifestato da diverse associazioni addette all’accoglienza. In questo senso gli esponenti del civico consesso, valutando le politiche insufficienti attuate fino ad oggi dall’Amministrazione, con un’apposita interrogazione hanno pungolato il primo cittadino, Renato Accorinti, per la mancata operatività del Consiglio territoriale. Un organismo, questo, esistente dal 2012 e convocato dal Prefetto, spiegano gli stessi, per costituire un tavolo di concertazione costante fra associazioni e istituzioni. Un organismo che è stato progressivamente svuotato di significato rispetto agli obiettivi per cui era stato creato, nell’inerzia generale del Comune. Sturniolo e Lo Presti stigmatizzano, poi, il mancato intervento sulla tendopoli del Palanebiolo e sugli spazi adibiti nella ex caserma Gasparro, dove i migranti vivono in stato di semi-detenzione e che spesso risultano inferiori agli standard minimi di accoglienza stabiliti dalla normativa italiana ed europea. Da qui l’idea di aprire la Casa di Vincenzo ai richiedenti asilo e ai rifugiati, un colpo d’ali per Palazzo Zanca, visto le gravi défaillance registrate anche nel soccorso ai minori stranieri non accompagnati.

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