Il rischio di concludere anticipatamente la legislatura, dopo le ventilate minacce di Pd e Udc, è concreto. Per questo i vertici dell’Amministrazione stanno studiando le opportune contromosse, ma l’unità della Giunta e della galassia accorintiana è sempre precaria
Che la galassia gravitante attorno al primo cittadino sia in subbuglio, è cosa nota da tempo. Più volte abbiamo descritto, sulle colonne di questo giornale, le fratture di Cambiamo Messina dal Basso, la perdita di consiglieri, esponenti di governo e financo elettori storici. Una sorta di emorragia dei consensi che mina la credibilità del progetto rivoluzionario, un progetto di lungo periodo in cui il sindaco continua a credere ciecamente. Ma proprio Accorinti, in questo frangente, intende far quadrato attorno all’attuale Gabinetto, smussando le tensioni movimentiste di alcune correnti interne: la pressione mediatica innescata da Udc e Pd sulla possibile fine anticipata della legislatura non è passata sottotraccia. Anzi, la minaccia viene ritenuta credibile e se il sindaco formalmente prova ad adottare una strategia offensiva di alto profilo mostrandosi spavaldo, in realtà il timore del game over circola nei corridoi del Comune.
Da qui l’idea di spostare l’attenzione sin da ora su altre scommesse: l’ampliamento del porto di Tremestieri con l’ottenimento dei poteri speciali; il recupero dei fondi Pac persi (ma persi poi da chi?); l’operazione di rinnovamento dell’Atm; l’azzardo del secondo Palagiustizia e il varo del progetto Casa Nostra. Spunti utili per costruire un’immagine diversa della Giunta cittadina, un’immagine che dovrebbe raffigurare – nella volontà dell’establishment di Palazzo Zanca – l’impegno profuso da tutti gli uomini e le donne che hanno lavorato “dal basso” per la trasformazione.
Insomma, i presagi non sono dei migliori, ma il ritmo politico dovrà registrare un cambio di passo della Giunta cittadina o il rischio di essere fagocitati dai partiti tradizionali diverrà concreto e, forse, ineluttabile.