Messina, la Polizia Municipale è in protesta: proclamato lo stato di agitazione

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Duro j’accuse da parte dei sindacati, nell’attesa che le istituzioni rispondano alle numerose criticità rilevate dagli agenti del Corpo di Messina

Facendo seguito a quanto deciso nell’affollata assemblea della Polizia Municipale tenutasi nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca l’8 settembre, pur cogliendo alcuni segnali di attenzione da parte dell’Assessore alla Polizia Municipale, Dr. Gaetano Cacciola, in controtendenza rispetto al recente passato,  registriamo, tuttavia,  per l’ennesima volta, colpevoli disattenzioni, da parte di ‘distratti’ dirigenti Comunali,  in merito all’applicazione di istituti contrattuali, già ampiamente maturati,  che hanno refluenze negative sul già magro bilancio familiare dei lavoratori”. Inizia così la nota del personale della Polizia Municipale di Messina con cui si proclama lo stato di agitazione. I lavoratori, specificano gli stessi, vedono mortificate le loro aspettative e la loro dignità ed ogni singolo negativo episodio, come l’ultimo relativo al mancato pagamento dell’indennità prevista dall’art. 13 della L.r. 17/90,  viene recepito dagli stessi come una ulteriore mancanza di rispetto e di attenzione verso una categoria che continua a spendersi senza risparmio alcuno. Da qui il j’accuse:

  • Le prestazioni lavorative vengono pagate con notevole ritardo ed in taluni casi con differimento di oltre un anno dalle stesse;
  • gli accordi contrattuali, sanciti dopo estenuanti trattative sindacali, come per esempio la corresponsione dei buoni pasto per gli orari disagiati, vengono puntualmente disattesi o revocati illegittimamente da chi non è deputato ad annullare unilateralmente gli stessi;
  • I servizi vengono condizionati non da una programmazione dei turni che tenga conto delle effettive capacità dell’esiguo organico della Polizia Municipale ma piuttosto dalle continue richieste di servizio che provengono da più parti.  Il singolo lavoratore viene così distratto dalla propria attività ordinaria per inseguire servizi che gli vengono comandati, rischiando di commettere il reato di omissione per non aver compiuto nei tempi previsti atti del proprio ufficio;
  • I luoghi di lavoro sono insalubri e  non sono in regola con le più elementari norme sulla sicurezza, la caserma Di Maio ne è l’esempio più evidente;
  • Il vestiario non viene compiutamente fornito da oltre un decennio costringendo i lavoratori, in  alcuni e non sporadici casi,  ad acquistare quanto occorrente di propria tasca;
  • Il personale contrattista, incentivato negli anni scorsi al transito dai ruoli civili dell’amministrazione verso quelli della Polizia Municipale, con la promessa dell’integrazione oraria,  da oltre un anno è costretto a lavorare con orario ridotto, (18 ore sulle 35 promesse),  assolutamente incompatibile con una attività che spesso, per esigenze di servizio si protrae anche fuori dai turni programmati.
  • Gli straordinari effettuati per esigenze improvvise di servizio per attività di competenza improcrastinabile vengono pagate parzialmente in violazione a norme contrattuali, venendo illegalmente tramutai in riposi compensativi.

Per tutte queste ragioni e per l’impossibilità di confrontarsi con un Dirigente a tempo pieno addetto a tali problematiche, il Corpo ha proclamato lo stato di agitazione in attesa di risposte da parte delle istituzioni

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