Messina, una rottura insanabile? Fra Consiglio e Giunta si è spento il dialogo

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Ialacqua osteggiato in Commissione, le inadempienze di Accorinti sulla scrivania del Prefetto e – da ultimo – una polemica sulla commistione d’interessi fra la partecipata di via Dogali ed il movimento civico del primo cittadino: così le distanze sembrano diventare incolmabili

Il fuoco incrociato di ieri a Palazzo Zanca non accenna a scemare e i giochi pirotecnici di una Giunta che diserta l’Aula puntando l’indice contro le regole stabilite dal civico consesso rischiano adesso di compromettere l’esperienza di governo di Accorinti.

Stamane l’assessore Daniele Ialacqua, atteso istituzionalmente in V° Commissione, è stato respinto dalla stessa, proprio mentre dallo scranno più alto Emilia Barrile – dando manforte a Rita La Paglia – bacchettava il primo cittadino per una condotta assai poco ortodossa.

Ma c’è di più: la relazione annuale sull’attività della Giunta non può essere presentata ai media senza prima un passaggio formale dal Consiglio. O almeno essa non ha valore. Ne sono convinti tanto Barrile quanto Interdonato e Crisafi, vice presidenti vicari dell’organo. In tal senso, stante l’assenza di report da parte dei vertici dell’Amministrazione, un’assenza rumorosa che si protrae da due anni, i tre hanno indirizzato dall’Ufficio di Presidenza una nota ad Accorinti e al Prefetto Trotta, lamentando l’impossibilità di effettuare i controlli di rito all’interno di un sano sistema di programmazione, gestione e controllo. Una denuncia, insomma, che evidenzia l’illegittimità dell’operato della Giunta e riporta all’attenzione gli obblighi di legge, cui è necessario adempiere con buona pace dei rimpiattini polemici.

Intanto un altro episodio spiacevole viene portato alla luce dall’esponente del Nuovo Centro Destra Daniela Faranda, la quale ha sostenuto che i kit per la differenziata porta a porta siano stati distribuiti alle famiglie residenti a Faro proprio in concomitanza con l’assemblea politica del movimento civico che fa capo al sindaco. Una sovrapposizione impropria e strumentale, utile ad una campagna elettorale forse iniziata anzitempo e su cui, adesso, MessinAmbiente dovrà effettuare i chiarimenti di rito.

E proprio dalla partecipata viene una nota ufficiale del liquidatore Calabrò, con la quale si specifica che l’operazione non ha nulla a che vedere con l’assise di Cambiamo Messina dal Basso, ma che non spetta a MessinAmbiente programmare il proprio operato valutando ciò che fanno altre organizzazioni che non fanno riferimento alla società. Una mezza ammissione, ancorché implicita, della situazione registrata da Faranda: un altro fatto che è destinato ad alzare la posta dello scontro.

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