Morti ed incidenti: l’estate “nera” dei giovani

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Sulla scia della stagione estiva che volge al termine, è doveroso ricordare quanto accaduto in questa estate “nera”: diversi giovani hanno perso la vita durante le serate della “movida” notturna. Necessari la prevenzione ed i controlli

Primo settembre: tempo di bilanci in merito all’estate 2015. La stagione estiva volge al termine, e mentre  Reggio si prepara per “Festa Madonna”, in seguito alla quale per noi reggini si può ritenere veramente conclusa l’estate, è doveroso fare una breve ma utile ricostruzione su quanto avvenuto in questi caldi giorni estivi.

Un luglio afoso, un agosto un po’ meno, l’estate ha portato con sé allegria, divertimento, relax, ma anche tanti eccessi, eccessi che sono balzati agli onori della cronaca, narrando ciò che purtroppo è accaduto a molti giovani. Vite spezzate nel cuore degli anni durante varie occasioni della “movida” notturna: da Riccione al leccese, dalla vicina Messina al napoletano. È inutile ripetere i nomi, quelli dei giovanissimi i cui volti sono stati più volti trasmessi dai Tg nazionali a seguito della loro tragica morte.

Eccessi, incidenti, coincidenze fatali che hanno trasformato un’allegra serata d’estate in un mostruoso ricordo. Si è molto parlato della correlazione tra queste morti ed i ritmi incessanti della “movida” giovanile, talvolta azzeccando, altre volte calandosi dentro a problemi e situazioni che non si possono prevedere, non si conoscono, di cui non si può decifrare lo sviluppo.

Eppure a perdere la vita sono ragazzi, ragazzi come tanti che per il gusto di “eccedere” hanno perso ancor prima la propria stabilità. Una stabilità minata forse dal voler aderire a dei “canoni” ritenuti “universali” di divertimento, ma anche calata all’interno di un contesto in cui, purtroppo, “è così che funziona”.

È recentissima la notizia di un giovane gambizzato a seguito di una nottata trascorsa in uno dei Lidi del Lungomare di Reggio Calabria; una notizia che fa tremare, che lascia dell’amaro in bocca. Un amaro che si è acuito con il susseguirsi di notizie tragiche, i cui protagonisti sono proprio i ragazzi. L’accaduto di Reggio, a quanto pare, potrebbe essere ricollegato ad una lite: un’ipotesi a cui pensa la sfortunata vittima, e su cui non si può non riflettere.

Sentir parlare ancora di queste cose fa male: una logica che a quanto pare non è stata superata, che ha provocato l’ennesimo incidente in quest’estate, un’estate “nera”, come più volte è stata definita.

Nel giro di pochissimi giorni, da località diverse dell’Italia, sono giunte tali notizie. Morti, incidenti, malori sono sostantivi che si fa fatica a far coincidere con un giovane, al di là dello stile di vita che quel dato ragazzo predilige. Genitori colpevoli, brutte compagnie, problemi psicologici: sono tante le cause ipotizzabili e ipotizzate, anche se, per essere pratici, ciò che ci si deve prefissare di portare avanti, ed in molti già lo fanno, è una campagna di informazione e di sensibilizzazione sulle conseguenze a cui si è soggetti con l’assunzione di alcol e di sostanze stupefacenti. E ciò a priori, prima che il problema possa degenerare, soprattutto nell’ambito delle suddette serate, in cui comunque è necessaria una forte vigilanza, un controllo verso il quale è tesa una recente direttiva del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, con particolare riferimento alle discoteche, per l’appunto, ed ai luoghi di ritrovo dei ragazzi.

E con una prospettiva fatta di buone pratiche e di buoni propositi,  ci si addentra in un’altra stagione, in un’altra realtà, in un altro, si spera, modo di vivere.

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