Stamane, presso Palazzo Foti, è stato presentato il progetto “Il bergamotto una bioeconomia per l’Europa. Strategie di conversione per la produzione e la valorizzazione”, teso a salvaguardare e rilanciare nel mercato uno dei principali prodotti calabresi
Il bergamotto, dunque, considerato come la preziosa risorsa che è per la nostra terra, da salvaguardare e rilanciare nel mercato.
L’associazione “L’Esperide”, coinvolta in prima linea nel progetto, è da quindici anni che promuove percorsi per lo sviluppo dell’identità territoriale della Calabria, partecipando a convegni nazionali ed internazionali, nonché effettuando azioni diffuse nel territorio.
Il responsabile del progetto, Domenico Morabito, ha quest’oggi illustrato le linee guida del progetto, che punta a fare uscire il bergamotto dalla logica della sua vecchia produzione, rilanciandolo nel futuro.
“Il progetto – spiega Morabito – si fonda su una forte comunicazione ambientale. Si vuole sviluppare la coscienza di appartenenza locale dei cittadini, sensibilizzare i cittadini, gli enti pubblici, le associazioni locali, in modo da attuare interventi propositivi per il territorio”.
Ciò che si propone, in definitiva, è una sinergia comune, tra Istituzioni, scuole, aziende di promozione turistica ed enti locali, attraverso diversi fasi previste nel progetto, che comprendono: attività di studio e ricerca; attività divulgative territoriali; la valorizzazione delle attività (tradizionali); attività formative con incontri tematici, basanti sull’importanza del recupero della memoria storica; in più, è di elevato interesse sociale fare accettare a tutti il bene comune che è il bergamotto.
“Da qui a breve – ha proseguito Demetrio Morabito – sarà organizzato un incontro per coinvolgere tutti gli attori che prenderanno parte al progetto”.
Il target finale è ambizioso: il bergamotto riconosciuto come patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco.
In riferimento a ciò, si mostrano fiduciosi il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, e l’assessore con delega alle attività produttive, Rocco Biasi.
“Abbiamo ritenuto che valorizzare le peculiarità del territorio, rientrasse, ed è giusto che sia così, in quelle che sono le strategie di sviluppo del territorio”, così Giuseppe Raffa, che prosegue: “Immaginare che il bergamotto, che è una delle peculiarità di questa terra, possa essere messo al centro di un’azione di sviluppo economico e sociale, soprattutto di condivisione con tutto il territorio, diventa ancora più strategico per un’amministrazione provinciale come la nostra, che ha il compito di coordinare i processi di sviluppo, che in questo caso vanno ad interessare l’intera fascia ionica reggina. Sosterremo con forza la proposta da avanzare all’Unesco di riconoscere il bergamotto come patrimonio dell’umanità – chiosa Raffa – Da noi c’è un’esclusività, e ciò ci fa capire quanto sia importante valorizzare questo prodotto. Siamo orgogliosi delle nostre esclusività”.
E parlando di patrimonio immateriale dell’umanità, si è oggi ricordato cosa, ad oggi, ha riconosciuto tale l’Unesco: l’opera dei pupi (2008); il canto a tenore (2008); l’arte del violino a Cremona (2012); la dieta mediterranea (2013); le macchine a spalle (2013); la vite ad alberello di Pantelleria (2014). Una lista a cui si spera di vedere aggiunto il prodotto del bergamotto.