Stamane, presso Palazzo San Giorgio, l’opposizione ha deciso di indire una conferenza stampa di protesta sulle condizioni in cui si trova la strada Armo-Pendola-Sanra Venere. In aula, anche alcuni cittadini del posto
Fulcro della conferenza stampa odierna indetta dall’opposizione, il luogo da dove ha avuto inizio l’avventura di Giuseppe Falcomatà e della sua Giunta: Santa Venere, sito nell’estrema periferia di Reggio Calabria.
Il gruppo di Reggio Futura, guidato da Antonino Maiolino, ha deciso di organizzare una conferenza apposita come forma di protesta nei confronti del sindaco Falcomatà e della sua Giunta per “le promesse non mantenute”.
La strada Armo-Pendola-Santa Venere versa, ad oggi, in delle condizioni disastrose, tale da rendere impraticabile per gli abitanti del posto l’unica via di collegamento diretto con la città di Reggio Calabria.
Presenti stamane, a Palazzo San Giorgio, anche diversi cittadini di Santa Venere, desiderosi di risposte, “e non le solite – affermano – che rimandano al futuro! Ci servono i fatti! Dove sono i nostri diritti, tra cui quello alla mobilità? Noi paghiamo le tasse ogni giorno, ma ci vediamo costretti a far fronte a delle problematiche enormi. Che non si usi il nostro caso per scopi personali!”, conclude una cittadina riferendosi a tutte le parti politiche.
Il problema degli abitanti di Santa Venere, come si evince, riguarda la sicurezza, la mobilità, all’intero di cui rientrano le esigenze quotidiane, come andare a lavoro, o portare i figli a scuola, “visto che il passaggio degli autobus in quella strada non è nemmeno da prendere in considerazione”.
“Il sindaco aveva annunciato la sua Giunta proprio a Santa Venere – afferma Maiolino – restituendo agli abitanti le tessere elettorali. Un atto di pura demagogia e falsità politica!”.
Il problema principale per quanto riguarda la strada in questione, come si trasmette, sembra essere la proprietà della suddetta: “nel 2007 – spiega Antonino Maiolino – il Comune approvava un progetto esecutivo che prevedeva l’intervento in un breve tratto della strada. Ad oggi, si deve intervenire su oltre 5 mila metri. Un’altra proposta di allora, era stata lo stanziamento di 99mila euro per la strada, una delibera ancora giacente”.
E per mantenere il proprio punto sulla questione, l’opposizione, oltre a rivolgersi al sindaco Falcomatà e a chi di dovere, ha inviato una lettera al Prefetto, in cui si sottolinea il “dovere morale di intervenire”.
Caso analogo a quello della strada di Santa Venere, sempre secondo quanto si è trasmesso stamane, è accaduto in Puglia, dove si era decretato il fatto che “se anche la strada era stata realizzata da un Consorzio, il Comune aveva il dovere di vigilare sulla manutenzione”.
E nel proseguire con il suo intervento, Maiolino, evidenzia il fatto di aver avanzato recentemente la proposta di inserire nel piano triennale una somma di 300mila euro per completare il manto stradale della strada; “richiesta che non è stata approvata”. Inoltre, rivolgendosi al sindaco Falcomatà e alla sua Giunta, chiede “di uscire dalle mura di Palazzo San Giorgio. Non si può restare fermi – aggiunge – ed aspettare che si verifichi un altro incidente mortale su quella via”.
“Queste persone – afferma Mary Caracciolo nei confronti degli abitanti di Santa Venere – non si sentono effettivamente facenti parte della città di Reggio, però pagano le tasse. Molti di loro si trovano costretti ad affittare locali in città perché li è impossibile abitare nel paese con i bambini che devono andare a scuola. Se il problema è solo la proprietà – prosegue – può essere superato considerando che l’unica strada che porta a Santa Venere è questa. Qui si parla di sicurezza e di vita! Falcomatà ha recentemente parlato di una serie di opere pubbliche da riavviare: questo fa piacere, ma si attesti che oggi abbiamo ereditato dal passato anche una serie di progetti pubblici riferiti a tali opere. La ripresa, però, deve passare anche dall’attenzione nei confronti delle periferie”.
Più duro è stato l’intervento di Pasquale Imbalzano, che si è riferito all’attuale amministrazione comunale con termini quali “cialtroneria, miopia, inadeguatezza”. “La Strada di Santa Venere – parole di Imbalzano – è la strada delle promesse non mantenute, il perfetto riassunto di un anno di amministrazione Falcomatà, che straparla, rinvia al futuro tutto, senza mai concludere nulla”.
“Questa amministrazione – aggiunge Massimo Ripepi – si è trovata a governare una città difficile con strumenti bassissimi. Non vi è esperienza, e a voi cittadini di Santa Venere: vi hanno preso in giro!”.
Dei cittadini, che a detta di Luigi Dattola “sono di serie A, ma vengono trattati come abitanti di serie C”.
CASO AEROPORTO DELLO STRETTO – Ma la discussione, stamane, ha toccato anche altre questioni di stringente attualità, in riferimento alle quali si sono voluti esprimere dapprima Lucio Dattola, per quanto riguarda il problema dell’Aeroporto, “un problema – afferma – che comincia a suscitare allarme anche per l’ordine pubblico”.
Tale constatazione arriva a seguito degli ultimi clamori suscitati in merito al principale scalo aeroportuale dello Stretto, e dopo la protesta all’interno della struttura ad opera dei lavoratori indignati.
“La Sogas – ci tiene a specificare Dattola – è una società di servizi e gestisce solo una parte dei servizi dell’Aeroporto, quelli che non sono essenziali per la vita dell’Aeroporto stesso. Il problema non è nè di Destra, né di Centro, né di Sinistra; dal 2003, le associazioni di categoria hanno deciso di non votare più nell’assemblea il bilancio della Sogas, e da lì tutti i partiti politici hanno contribuito a portare avanti una società che produce perdite. Da 15 anni la politica ha utilizzato la Sogas soprattutto come bacino elettorale e di occupazione. Sono 15 anni che la Sogas accumula perdite” – conclude Lucio Dattola, che da 12 anni siede nell’assemblea della Sogas.
CASO MIRAMARE – E se Dattola vuole intervenire sul problema dell’Aeroporto, Imbalzano si sofferma su quella che per lui è “la vicenda che segna un successo di questa minoranza consiliare. Per il Miramare – continua – a fronte di un’azione di vigilanza, anche in maniera forzosa, abbiamo portato l’amministrazione ad aprire ad un bando pubblico, anche se ci sono da evidenziare degli aspetti critici relativi a tale bando: un aspetto che ritorna è quello dell’utilizzo dell’immobile per finalità che fanno riferimento allo svolgimento di attività culturali di vario genere, mostre ed esposizioni (così riporta l’avviso). Ci chiediamo ancora quanto questo sia compatibile con la finalità alberghiera dell’immobile storico quale è il Miramare”.
“Se l’utilizzo per cui dovrebbe naturalmente essere destinato il bene immobile – si trasmette – ossia l’attività turistico alberghiera non viene minimamente realizzato, ci si domanda come sia possibile funzionalizzare l’utilizzo di questo immobile verso scopi che nulla hanno a che vedere con lo stesso, come quello appunto dello svolgimento di attività ed eventi culturali. L’utilizzazione principale nei fatti resta non applicata e certamente non prevalente rispetto all’altra oggi surrettiziamente inserita tra le destinazioni d’uso dell’immobile”.
Imbalzano, poi, si sofferma su un altro aspetto: “l’avviso puntualizza che l’immobile viene consegnato nello stato di fatto e in cui si trova e l’utilizzo potrà avvenire solo previo adeguamento degli spazi utilizzati e revisione dell’impianto idrico e che nessun intervento potrà essere eseguito senza la preventiva acquisizione delle autorizzazioni di legge richieste, ovvero in materia igienico-sanitaria e della tutela dei beni culturali. Ora, ammesso che l’avviso di affidamento è temporaneo per il periodo che va da ottobre a dicembre 2015, non ci si rende conto che assolvere a tutte le incombenze burocratiche e legislative, nonché attendere le autorizzazioni della Soprintendenza sia pur per la minima modifica tecnico-fisica da apportare, comporta il trascorrere di un tempo realmente troppo lungo per far conciliare il rispetto della legalità con le tempistiche dettate dall’amministrazione per l’affidamento temporaneo. Cosa si nasconde dietro questa fretta di provvedere all’affidamento entro tempi ristrettissimi di ottobre-dicembre 2015, peraltro amministrativamente non assolvibili per quanto riguarda l’emanazione delle autorizzazione necessarie da parte della Soprintendenza?”.
Pasquale Imbalzano, infine, vuole puntualizzare il “rilevante danno economico che si genera a discapito del valore della struttura e, dunque, dell’Ente Comune. Se è vero come è vero che il valore dell’immobile si aggira per una cifra attorno ai 15 milioni di euro in ragione del pregiato valore storico-alberghiero che lo stesso rappresenta, lo svolgimento di manifestazioni culturali, lontane dalla destinazione tipica del bene e di dubbia qualità determinerebbero un sostanziale deprezzamento del valore del sito alberghiero ed esporrebbe in materia notevole l’Ente ad un danno economico di rilevante gravità. Se l’amministrazione vuole organizzare eventi culturali, che lo faccia altrove (magari presso il foyer del Teatro Comunale, nella Biblioteca De Nava o persino concependo una valorizzazione di Villa Zerbi il cui degrado è un pugno nello stomaco per tutti i reggini che amano la propria città). La scelta amministrativa intrapresa – conclude Imbalzano – non concilia con l’etichetta attribuitasi del ‘buon padre di famiglia’.
A chiudere i lavori della mattinata, Giuseppe D’Ascoli, che incalza sulla problematica all’ordine del giorno, quella della strada che costringe Santa Venere e tante frazioni aspromontane a rimanere ad oggi isolate dal resto della città di Reggio.
“Tutte le promesse del sindaco ed il suo programma elettorale – parole di D’Ascoli – alla fine si traducono in questo book fotografico”: