Reggio, tra pochi giorni “Festa i Marònna”: la storia religiosa e civile [FOTO]

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Un breve excursus storico su “Festa i Marònna”, una delle più sentite dai reggini. Da secoli, a Reggio Calabria, si festeggia la Madonna della Consolazione, Patrona della città: una tradizione da preservare

Si avvicina, come ogni anno, la Festa della Madonna della Consolazione. Tutti i reggini si stringono in processione attorno al Quadro della Madonna, uniti più che mai. Non per niente, “Festa i Marònna” è una delle occasioni più importanti e sentite a Reggio Calabria, anche perché fa parte del patrimonio civile e storico della città.

Da secoli ormai, i reggini venerano la loro Patrona, che secondo la credenza popolare li ha salvati nei momenti più bui: la Festa in onore della Madonna della Consolazione, è noto, si celebra dal sabato al martedì dopo la prima domenica che segue l’8 settembre; quest’anno la processione del sabato coincide perfettamente con il giorno in cui si festeggia il Santissimo Nome della Beata Vergine Maria.

LA PATRONA PROTETTRICE DI REGGIO – Non tutti sanno, però, che la prima celebrazione nota della Festa si fa risalire al 21 novembre del 1592: prima di allora, si crede che la città fu salvata dalla Madonna dalla pestilenza che colpì anche Messina a metà del ‘500, e che proseguì per diversi anni. Si narra, infatti, che la Sacra Effige parlò ad un umile frate annunciando la fine della pestilenza. Tanti sono i prodigi che vengono ricollegati alla Madonna della Consolazione: si crede che il dipinto di Nicolò Andrea Capriolo, commissionato dal nobile Camillo Diano e risalente al 1547, che raffigura la Madonna seduta in trono con in braccio Gesù Bambino, tra San Francesco e Sant’Antonio di Padova, riappariva miracolosamente sulla collina dell’Eremo, luogo in cui, secondo la leggenda, fu originariamente ritrovato da un contadino. Proprio lì, si volle erigere la sua Chiesa.

Tante furono le calamità che afflissero Reggio: terremoti, invasioni, pestilenze, ma il culto verso la Madonna della Consolazione divenne talmente forte, da portare i reggini a considerarla sempre la loro Protettrice, proclamata ufficialmente Patrona della città nell’agosto del 1752, con Decreto della S. Congregazione dei Riti.

Da allora, il mese di Settembre, per i reggini, è considerato il mese in cui si festeggia la Madonna della Consolazione.

LA PROCESSIONE DAL PASSATO AD OGGI – Ad oggi, “Festa i Marònna” ha inizio, come suddetto, il primo sabato che segue l’8 settembre. Nel passato, però, i festeggiamenti si prolungavano di parecchio rispetto ai nostri giorni: si dava avvio alla Festa già con il primo dei sette sabati precedenti la data stabilita.

Il pellegrinaggio dei fedeli all’Eremo è rimasto invariato negli anni, anche se in passato l’intera città si animava con balli, musiche, e luci per tutti i sabati antecedenti la Festa. Venditori ambulanti, che ancora oggi ritroviamo concentrati soprattutto in Piazza Duomo e nella zona prescelta per ospitare le ormai note bancarelle della Festa; in aggiunta, oggi, anche le giostre installate per far divertire grandi e piccini.

La tarantella ed i balli popolari facevano da padroni nei giorni di Festa, in particolar modo durante il venerdì precedente la processione del sabato, quando cioè i fedeli si riuniscono nel Santuario dell’Eremo. La discesa del quadro della Madonna della Consolazione dalla collina dell’Eremo fino in città, poi, è sempre stato considerato il momento più “alto” della Festa, quello in cui tutti i reggini si riuniscono in un atto di massima devozione. E se in passato ogni classe sociale accompagnava la Madonna nel suo cammino in diversi modi (gli appartenenti al ceto sociale più basso camminavano a piedi, anche scalzi, mentre i nobili seguivano la processione sulle loro carrozze infiorate), oggi tutti, senza distinzione, seguono la Vara per le vie cittadine.

Ed a proposito della Vara: centinaia di uomini, i Portatori della Vara, che un tempo erano per lo più pescatori, ad oggi riuniti sotto la loro Associazione, ogni anno, al grido di “Oggi e sempre, viva Maria”, trasportano il quadro della Madonna con sentita partecipazione. Simbolicamente, questi uomini, trasmettono un messaggio significativo: “si deve sapere convivere con un peso grave sulla spalla”.

E verso la Pescheria, infatti, una volta veniva fatta girare la Vara: una tappa fondamentale nella processione.

Ma dal passato al presente, molte cose sono inevitabilmente cambiate; una sola rimane indelebile: il sentimento di “appartenenza”, il voler stare uniti, che i reggini mostrano in occasione delle Feste Mariane.

La città cambia il suo “volto” in questi giorni; e ciò non è dovuto solamente all’installazione di bancarelle, giostre, postazioni in cui si vende il tanto atteso panino “cu satizzu”:

LE TESTIMONIANZE –  “E’ un’occasione per stare insieme, per vedere la città unita”, ci trasmette una cittadina. Un pensiero che racchiude un po’ tutto: la volontà delle persone di rimanere unite nonostante tutti i problemi che attanagliano Reggio; la speranza che spinge a sentirsi parte integrante di un’unica realtà.

Una realtà da considerare “unica” non solo in questo periodo. “Vedere tutti i cittadini in piazza Duomo, all’arrivo del quadro della Madonna della Consolazione, mi riempie di gioia – altra testimonianza – dobbiamo rimanere uniti, e non scordarci di chi siamo non appena la Festa finisce e ricomincia il solito tran-tran della vita quotidiana”.

Recuperare il “senso” profondo dell’essere reggini, dunque: e ciò al di là del personale credo religioso. Quello che si auspica, è che la Madonna della Consolazione possa portare un senso di fratellanza che, come si evince, si sta man mano perdendo.

LA FESTA ALL’INSEGNA DELLA TRADIZIONE –  La città crede e vuole fortemente preservare la tradizione. Ed è proprio la tradizione che vede la processione compiere lo stesso percorso ogni anno,i Portatori della Vara fare la cosiddetta “volata” del sabato, ossia un’ultima corsa dall’inizio di Piazza Duomo fino alle scalinate della Cattedrale; il quadro della Madonna conservato all’interno del Duomo per il tempo stabilito, cioè fino alla domenica successiva al 21 novembre, a seguito della quale viene riportata nella Basilica dell’Eremo; riunirsi il martedì a Piazza Duomo ed ascoltare l’atteso discorso del Vescovo; l’offerta del Cero Votivo da parte dell’amministrazione Comunale.

Un sentimento tradizionalista, che al di là delle novità che di anno in anno vengono pensate in occasione della Festa, da sempre caratterizza il popolo reggino; proprio per questo, in molti chiedono che il Corso Garibaldi sia pronto per il passaggio della Processione. Ma al di là degli screzi, di tutte le vicissitudini politiche, civili, è l’atto di fede che da sempre “muove” questi giorni di Festa, una fede che la città di Reggio si appresta a portare avanti e a manifestare.

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