Oggi l’entrata in vigore della legge sulle tutele in costanza di rapporto di lavoro. Il sindacato punta a rendere strutturale l’intervento di sostegno per i 300mila lavoratori del comparto turistico e termale
La categoria del terziario turismo e servizi della Cisl aveva sollecitato a più riprese – anche in occasione dello sciopero a sostegno del completamento dei rinnovi contrattuali nel comparto turistico e della grande mobilitazione organizzata a Taormina il 15 aprile scorso – il correttivo della normativa sulla Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego in vigore dal 1° maggio 2015 e che nella versione originale presentata dal Governo, avrebbe penalizzato i lavoratori stagionali del comparto turistico e degli stabilimenti termali, dimezzando la durata ed il valore del sussidio.
L’auspicio della Fisascat è dunque quello del superamento definitivo della riduzione del 50% della durata e del valore sussidio Naspi con l’effettiva corrispondenza, ai fini del calcolo della prestazione, delle settimane di lavoro prestato. La categoria cislina evidenzia infine anche le criticità previdenziali connesse all’applicazione della Naspi. “Proprio mentre è aperta la discussione sulla riforma previdenziale – ha suggerito Raineri – sarebbe utile che il Governo contempli nuove misure finalizzate a garantire la copertura pensionistica a quei lavoratori che, in mancanza di un intervento, verrebbero automaticamente esclusi dall’accesso al trattamento, pur contribuendo al sistema previdenziale nei periodi di lavoro”. “Ed è per questo che la Fisascat chiede che ad ogni settimana di lavoro corrisponda il riconoscimento di una settimana di integrazione salariale e di contribuzione previdenziale – ha concluso Raineri – altrimenti il rischio reale è che i lavoratori stagionali di un comparto strategico della nostra economia, non raggiungeranno mai i requisiti per l’accesso alla pensione”.
“Questa è solo una sospensione, abbiamo guadagnato un paio di mesi ma il problema permane per gli anni avvenire – continua Pancrazio Di Leo – adesso il Governo dovrebbe intervenire nei confronti delle aziende alberghiere per proporre soluzioni e incentivi che possano allungare la stagionalità delle aperture e garantire maggiore lavoro per tutti. Come Fisascat siamo sempre convinti che una stagionalità lunga di almeno otto mesi sia possibile in alcuni territori. Agli imprenditori – afferma – chiediamo di avere coraggio nell’investire sulla stagionalità lunga”.
Secondo il sindacalista, in mancanza di lavoro è giusto consentire ai lavoratori di percepire un indennità equa per poter sopravvivere con le proprie famiglie e quindi è opportuno ripristinare per gli anni avvenire l’indennità Naspi prevista dalla riforma Fornero in mancanza di altre soluzioni.