Aeroporto dello Stretto: lo sfogo del dimissionario Presidente Sogas che si scaglia contro i sindacati

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Vicenda Aeroporto dello Stretto: si dimette Porcino insieme ai consiglieri Catalfamo e Calarco. Porcino si sfoga e si scaglia contro l’atteggiamento di chiusura delle Rsa

Ennesima puntata della vicenda Aeroporto dello Stretto- Sogas, vicenda ormai che sembra non riuscire a trovare una fine sia essa lieta o meno. Ed intanto, tutta Reggio Calabria ed i reggini rimangono con il fiato sospeso e con l’incertezza di decidere se prenotare un volo o meno dato che la questione “l’Aeroporto Tito Minniti  chiude o non chiude?” è ormai una domanda che gira sulla bocca di tutti senza purtroppo che nessuno abbia una risposta certa.

Tutto è rinviato, ancora una volta, al 15 Ottobre giorno in cui è fissato l’incontro della SoGas con Enac e le organizzazioni sindacali in cui si auspica che quest ultime firmino gli accordi che attiveranno gli ammortizzatori sociali per il personale. Ed è proprio questo il punto che il Presidente Porcino ha affrontato oggi in Conferenza Stampa, dove ha comunicato ufficialmente le sue dimissioni  e quelle dei membri di maggioranza del CdA.

Il fulcro della polemica, dei rinvii, delle continue trattative pare sia dovuto al costate muro infrangibile delle Rsa che dinnanzi alla proposta di avviare le procedure per la cassa integrazione non ne hanno mai voluto sentir parlare, in particolar modo perchè questa estrema soluzione proveniva proprio da Porcino. Ed in merito a ciò si è espresso oggi il dimissionario Presidente del Consiglio di Amministrazione SoGas affermando che: “dicono che abbia offeso il lavoro e la rappresentanza delle Rsa. Ma non ho offeso proprio nessuno. Anzi, non ho detto neanche tutta la verità”.  Perchè le Rsa hanno questo atteggiamento di chiusura? Porcino spiega: “le Rsa si rifiutano e si sono sempre rifiutate di dialogare per cercare di trovare una soluzione affinchè l’aeroporto non venga chiuso. L’unica soluzione ormai è proprio quella che tocca le tasche del personale e questo, a loro, non è andato giù. Inoltre io stesso nel 2013 ho erogato delle sanzioni disciplinari per tre membri facenti parte delle attuali RSA ed evidentemente da allora la mia figura non è andata più a genio a più di una persona“. Continua dicendo, “non siamo amareggiati, anzi, continuiamo comunque a sperare che l’incontro del 15 Ottobre possa concludersi nel migliore dei modi ovvero si  arrivi a sottoscrivere quell’accordo necessario alla sopravvivenza dell’Aeroporto, e che i sindacati siano più accondiscendenti sottoscrivendolo, cosa che fino ad oggi si sono sempre rifiutati di fare“. Porcino in merito all’atteggiamento di “non dialogo” delle rsa, inoltre, aggiunge che quella delle dimissioni è stata una scelta difficile da compiere, ma è stato fatto, anche se il momento è delicato,  per il bene dell’Aeroporto perchè i sindacati hanno essi stessi verbalizzato di non voler raggiungere un accordo e dunque non sottoscrivere l’attivazione degli ammortizzatori sociali perchè c’era Porcino alla Presidenza. Adesso che lascia dunque, si augura e si augurano un pò tutti  (ed anche lo stesso ormai ex Presidente Porcino) che saranno più accondiscendenti e che il fatidico 15 Ottobre si possa fare la scelta più logica per la sopravvivenza dell’Aeroporto.

Su chi fino ad oggi ha sempre sparato contro la gestione della SoGas attaccando il Cda ed accusandolo di aver creato altri debiti, Porcino dice che i conti parlano da soli: nel 2006 le perdite in bilancio ammontavano a circa 4 milioni di debiti. Nel 2014, solo un milione circa. Ed ancora, sottolinea come mentre nel 2000 la somma relativa al compenso del CdA ammontava a ben 160 mila euro, nel 2014 invece era stato decurtato a 97 mila euro. Dunque Porcino mette i puntini sulle i, “com’è possibile dire che abbiamo creato più debiti?”.

Lo sfogo di Porcino durante l’annuncio delle sue dimissioni è fatto sicuramente di parole piene di rammarico ma non certo di fallimento. Afferma di non aver fallito anzi, in questi 4 anni di gestione, di essersi sempre impiegati al massimo e di aver anche messo la faccia rischiando per portare alla luce tutti “i misteri” e le strane dinamiche che solo nell’Aeroporto Tito Minniti si sono create, forse, a causa del fatto che Reggio è una città che speso si alimenta di fango e di circuiti che continuano ad alimentarsi di fango e che lo gettano poi sopra le persone che si sono prodigate per il bene comune.

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