Messina, Accorinti contro Trotta: uno scontro di galateo istituzionale sulle infiltrazioni mafiose nella Vara

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Il sindaco offre una risposta piccata al rappresentante del Governo e ricorda gli atti compiuti dalla Giunta per garantire il rispetto della legalità nelle ultime edizioni

Lo scambio di battute al vetriolo fra il primo cittadino, Renato Accorinti, ed il Prefetto in carica, Stefano Trotta, non sembra conoscere soste. Il sindaco, infatti, ha voluto rispondere alle osservazioni del rappresentante del Governo in merito alle infiltrazioni mafiose durante la festa della Vara e non è mancata l’occasione per colpire con la sciabola il funzionario istituzionale. Accorinti, infatti, ha evidenziato come, al contrario della “riservatezza” del documento, la lettera inoltrata dal Prefetto all’indirizzo di Palazzo Zanca sia stata divulgata a mezzo stampa, producendo di fatto un cortocircuito comunicativo e istituzionale. “Sarebbe stato preferibile affrontare le questioni rappresentate attraverso il confronto diretto, invece che affidare ad una lettera le proprie considerazioni. Il leale rapporto che deve essere instaurato tra rappresentanti delle Istituzioni non può e non deve limitarsi a comunicazioni formali” ha precisato Accorinti con fare piccato.

Ribadendo l’impegno del governo cittadino nel promuovere la legalità, un impegno fisicamente tangibile data la scelta del sindaco d’indossare la maglietta di AddioPizzo sin dall’edizione della Vara del 2013, Accorinti ha spiegato di non essersi speso soltanto in iniziative simboliche: “abbiamo cominciato a costruire un percorso che individuasse rigidi paletti a presidio della legalità e per evitare qualsiasi infiltrazione. Percorso nel quale abbiamo coinvolto altri soggetti, in primo luogo rappresentanti della Chiesa locale, che partecipano condividendo la nostra impostazione. Sono stati istituiti nuovi organismi per l’organizzazione dell’evento, e scelte anche persone diverse rispetto al passato. Al fine di riportare in maniera piena ed evidente nell’alveo della motivazione di fede l’intera manifestazione, funge adesso da ‘capovara’, non più un laico, esponente di ‘storiche’ assunzioni di ruolo, ma un sacerdote indicato dall’Arcivescovo e, come attestabile da chi abbia partecipato alla processione di quest’anno, non è stato consentito a chi rivendicava pretese derivanti dal passato di ‘montare’ sulla macchina votiva per riassumerne simbolicamente la guida”.

Precisata la metodologia adottata, Accorinti ha poi ribadito come l’aggressione a Ferlisi sia stata stigmatizzata pressoché immediatamente, inquadrandola per quello che essa rappresentava: un vile attentato ad un funzionario del Corpo nell’esercizio delle sue funzioni. “Quando affermiamo di fronte al governo nazionale che è necessario darci la possibilità di aumentare la nostra dotazione di vigili urbani, abbiamo ben presente che i tanti impegni a cui sono chiamati richiedono un corpo più numeroso, ed in questo modo certamente riusciremmo a dare migliori risposte anche sotto il profilo della difesa della legalità. Ma, lo ripeto, – evidenzia Accorinti – la risposta deve essere corale, e di questo tutti insieme dobbiamo assumercene la responsabilità”. Facendo appello, dunque, alle diverse realtà istituzionali, Palazzo Zanca ha ripreso il ragionamento sviluppato dal Prefetto sulla cittadinanza onoraria concessa al magistrato Nino Di Matteo. Una scelta che, per Accorinti, voleva e vuole simboleggiare tuttora il ruolo centrale svolto dalle istituzioni nel garantire la legalità. Un valore, questo, che è patrimonio della Giunta, la quale intende “profondere il massimo impegno, contando pienamente sulla più fattiva ed efficace collaborazione delle istituzioni di garanzia e tutela dell’ordine pubblico, per l’affermazione della legalità in tutti i momenti della vita cittadina”.

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