L’Amministrazione studia quali soluzioni adottare. Intanto monta la protesta: i cittadini arrabbiati urlano il proprio rancore sotto la Prefettura
Il direttore generale dell’Amam, Luigi La Rosa, è stato chiaro: il problema dell’approvvigionamento idrico viene affrontato con la massima serietà in queste ore, ma da qui a dire che una soluzione è stata trovata ce ne corre, anche perché realisticamente ogni previsione per il ritorno alla normalità sarebbe ottimistica o pleonastica. Il tono utilizzato dal dirigente della partecipata lascia pertanto pochissimo margine ai dubbi, sebbene il sindaco – Renato Accorinti – abbia affermato ai microfoni di Radio3 che la Giunta sta lavorando alacremente per risolvere il problema e non ha bisogno, almeno per il momento, di aiuti congiunturali. Servirebbe, semmai, un intervento strutturale per prevenire il dissesto idrogeologico, ma questa è una richiesta che sarà posta all’attenzione dell’Esecutivo Renzi nel medio periodo, una volta superata l’odierna criticità. Fino ad allora si andrà avanti con le nostre forze e con le nostre risorse.
Eppure proprio queste sembrano non bastare, se è vero com’è vero che i tempi certi per uscire dal guado non vengono definiti. In molti iniziano a storcere il naso: stamane, sotto il Palazzo del Governo, in attesa del vertice convocato da Trotta in Prefettura, un presidio di cittadini arrabbiati ha esternato il proprio livore contro le istituzioni, spalleggiati dai presidenti delle Circoscrizioni cittadine. Quasi contestualmente Carmelo Picciotto, leader locale di Confcommercio, ha annunciato azioni legali contro il Comune di Messina, esortando Accorinti a farsi da parte: “Se il Comune e l’AMAM, come si evince dagli scarsi risultati prodotti da venerdì scorso ad oggi, non sono in grado di ristabilire le condizioni di normalità, che lo dicano apertamente senza perdere ulteriore tempo e delegare ad altri la gestione della crisi” ha affermato il rappresentante degli esercenti.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’UNC, l’Unione Nazionale dei Consumatori, che ha pre-annunziato la presentazione di una class action contro l’Amam. “E’ evidente la grave e reiterata violazione dei diritti dei consumatori” ha dichiarato il Presidente Mario Intilisano. “Questa vicenda è vergognosa! Chiederemo al giudice competente di accertare la grave condotta dell’Amam che, anche in ipotesi di emergenza, ossia la rottura della tubazione, non ha saputo garantire una razionalizzazione e distribuzione delle altre fonti di approvvigionamento, determinando la totale assenza del servizio idrico per oltre 5 giorni in gran parte della città, attività che non può ritenersi supplita dalla tardiva istituzione di due soli punti di distribuzione a mezzo autobotti” ha proseguito lo stesso.
L’UNC di Messina chiederà anche la determinazione dei criteri per la quantificazione del danno, in relazione ai consumi medi annuali di ogni famiglia interessata ed al numero dei componenti della stessa, oltre che in relazione all’età, situazione di malattia, stato di handicap, ecc. Per aderire all’azione sarà necessario soddisfare i seguenti requisiti:
- Essere titolare di utenza individuale Amam (ovvero condominiale);
- Avere la propria utenza ubicata in zona ove la fornitura idrica è cessata;
- Sottoscrivere lo specifico modulo di adesione presso la sede dell’Associazione in Messina Via San Filippo Bianchi 48 (nei seguenti orari Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdì dalle ore 09.00 alle 11.30 ed il Lunedì e Mercoledì pomeriggio dalle ore 16.00 alle 18.30);
- Rivestire la qualifica di consumatori (ossia non avere l’utenza destinata ad attività commerciali o professionali);
L’adesione sarebbe riservata ai soli soci UNC, ma, stante l’eccezionalità del momento, per iscriversi all’associazione basterà versare l’importo simbolico di 5 euro, a titolo di rimborso spese.
E se il Cus annuncia la sospensione delle attività sportive e l’Università blocca anche le attività didattiche del Corso di laurea in Scienze Motorie, la Camera di Commercio – vista il deficit igienico-sanitario ormai palesatosi – ha deciso di sospendere ogni attività per salvaguardare l’incolumità di utenti e dipendenti, nel rispetto dell’ordinanza sindacale.
Amam e Comune stanno studiando, in questi minuti, la fattibilità di un bypass che possa far arrivare l’acqua presso le utenze domestiche cittadine, senza escludere lo sfruttamento di navi cisterna preposte ai rifornimenti. Intanto Palazzo Zanca fa sapere di aver attivato, grazie all’assessorato alle Politiche Sociali, un numero d’emergenza da contattare per i casi di grave allerta socio-sanitaria che interessano anziani e disabili. Si tratta di una sorta di Pronto Soccorso Sociale, con operatori che verificheranno la condizione ed il grado di disagio per i casi gravi. Gli enti gestori, a cui il comune di Messina ha affidato il servizio, si occupano dell’assistenza alle categorie più fragili e sono stati allertati in una logica di interventi integrati. Il numero telefonico cui fare riferimento è il 335-6986510.
Fra i VIP – dopo Fiorello – anche Maria Grazia Cucinotta ha denunziato la situazione oscena che Messina sta attraversando. “Nel 2015 non si può lasciare un’intera citta senz’acqua per così tanto tempo. Immagino anziani, bambini, persone diversamente abili in preda al panico nel trovare rubinetti vuoti. Per non parlare del danno all’economia locale: chiusi negozi, scuole, università, ecc. Una situazione insostenibile, intollerabile, gravissima che merita attenzione e impegno serio e tempestivo da parte delle Istituzioni a Roma e Palermo” ha affermato sui social network la popolare attrice, esprimendo rancore per l’atteggiamento noncurante dei media fino alla giornata di ieri.
Colpisce, invece, l’assordante silenzio della deputazione regionale e nazionale, quasi che l’attuale emergenza – diventata fortunatamente un caso di rilevanza nazionale – non fosse di loro competenza, ma un onere esclusivo da far ricadere sulle spalle della Giunta. Si capisce che prendere posizione oggi, in siffatto contesto, è operazione assai rischiosa, ma la pavidità non è una buona carta da spendere nelle prossime campagne elettorali, a meno che non si conti sulla damnatio memoriae della collettività.