Messina, crisi idrica: Crocetta pensa ad altro. E la Protezione Civile rimbrotta il Comune

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Il Governatore ha cambiato opinione nel giro di poche ore, facendo finta di non avere alcuna responsabilità. Intanto arrivano 10 autobotti per arginare la crisi

Rosario Crocetta – Foto LaPresse

C’è un altro aspetto, in questa mesta vicenda della crisi idrica, che testimonia l’atteggiamento grossolano delle istituzioni locali ed è la condotta tenuta dal Governatore Crocetta nei giorni più difficili. L’uomo è camaleontico, si sa, ma pensare che il testo sacro del Cencelli potesse far premio su tutto, anche su 250mila cittadini in precarie condizioni igienico-sanitarie, questo francamente non ce lo aspettavamo. La noncuranza è un vizio storico di chi amministra quest’isola, ma in questo delicato frangente si è varcato il rubicone sconfinando nell’aperta strafottenza.

Foto Andrea Di Grazia/Lapresse

E del resto se Accorinti ha ancora qualche scusante, non essendo a lui imputabile lo smottamento avvenuto su una montagna sita nella provincia catanese, il Governatore – che pure sul dissesto idrogeologico è stato all’occorrenza fustigatore d’altri tempi – qualche peccato da mondare ce l’ha. Primo fra tutti quello di non aver speso i fondi europei per mettere in sicurezza il territorio. Tra l’altro lo stesso pittoresco Presidente ha varato una legge sull’acqua pubblica poche settimane addietro, un testo così intricato da essere incomprensibile ai più, una mannaia sui privanti che non risolve per nulla le fragilità evidenti del nostro sistema. Nell’attesa che questo provvedimento venga impugnato dal Governo centrale, tanto per cambiare, la situazione messinese è stata monitorata a debita distanza, cambiando posizione a seconda dello scirocco. Prima si è professata fiducia nel sindaco e si è rivendicato un costante contatto con la Protezione Civile, poi – giro di valzer – si è puntato l’indice contro le autorità che non hanno allertato a dovere.

Foto Andrea Di Grazia/Lapresse

E proprio dalla Protezione Civile isolana è arrivato l’ennesimo giudizio negativo sull’operato di Palazzo Zanca, un giudizio assai poco lusinghiero soprattutto nei confronti dei dirigenti responsabili: “bisognava agire prima a Messina per affrontare questa grave emergenza” ha affermato Calogero Foti, il capo siciliano che ormai segue in presa diretta l’evolversi della situazione. “Sarebbe stato opportuno comprendere realmente le dotazioni del Comune e immediatamente chiedere supporto, perché la logica del sistema di Protezione Civile è che insieme si può fare più del singolo. E’ questa la forza del sistema. Non bisogna avere alcuna remora a chiedere aiuto, quando c’è necessità di aiuto“.

La situazione, tuttavia, dovrebbe migliorare già nelle prossime ore: le 10 autobotti in arrivo sulle navi cisterne lo testimoniano, autobotti che si vanno ad aggiungere a quelle fornite dall’Esercito su mandato del Prefetto Trotta. E proprio il rappresentante del Governo ha deciso, ieri sera, di avocare a sé i poteri organizzativi. Del resto la situazione critica imponeva una svolta: l’allarme lanciato dai presidi sanitari, primo fra tutti quello del Papardo, ha aumentato malumori e giudizi taglienti fra le parti istituzionali. Il dado è stato tratto.

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