Sotto l’egida dell’assessorato regionale dei Beni Culturali è stata presentata stamane la mostra “L’invenzione futurista. Case d’arte di Depero”, curata da Nicoletta Boschiero e Caterina Di Giacomo. L’evento, che rappresenta uno squarcio sul Novecento cittadino, si protrarrà fino al 15 novembre
Una suggestiva sezione introduttiva fornisce i parametri di comprensione delle origini teoriche attraverso l’esposizione di opere significative del Primo Futurismo (Giacomo Balla, Ardengo Soffici, Enrico Prampolini, Gino Severini).
Oltre 100 opere (dipinti su tavola e tela, grafiche, fotografie, manufatti, arredi, bozzetti) selezionate nella collezione del Mart, datate dal 1914 al 1944, documentano la lunga e versatile esperienza artistica di Depero che, sottoscritto con Balla il Manifesto del 1915, ha dato vita ad una forma d’arte totale spaziando dalla pittura al teatro, dalla scenografia alle arti applicate, dall’editoria alla pubblicità divenendo uno dei protagonisti del movimento. A Rovereto nel 1919, finita la guerra, Depero dà vita a un suo grande sogno, quello di aprire una casa d’arte, chiamata la “casa del mago”, specializzata nel settore della grafica pubblicitaria, dell’arredo e delle arti applicate e , in particolare, in quello delle tarsie in panno. Le collaborazioni dell’artista con alcune importanti ditte come la fabbrica di mattoni Verzocchi, la Magnesia San Pellegrino, la ditta di dolciumi Unica e Campari, gli consentono un ritmo di lavoro serrato.
La sezione si avvale di materiale documentario inedito e di alcune opere provenienti da istituzioni e collezioni private siciliane.
La soddisfazione di Gianfranco Maraniello, direttore del Mart
“L’ampia rassegna che la Regione Sicilia e il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina hanno inteso dedicare alla figura di Fortunato Depero costituisce una straordinaria occasione per ammirare opere e oggetti d’arte applicata in un inedito itinerario”, spiega il Direttore. “La curatela di Nicoletta Boschiero e Caterina Di Giacomo ha garantito un approfondimento di quei temi abitualmente proposti nella Casa d’Arte Futurista a Rovereto. La mostra, infatti, pone l’attenzione soprattutto sul Futurismo, la sua longevità e il suo valore contemporaneo, ma aprendosi anche alla sua felice declinazione regionale che tanta fortuna ha avuto negli anni tra le due guerre dando voce a specifiche esperienze locali che ad esso si sono ispirate. E in tal senso vanno osservati i sodalizi che hanno legato Depero a Guglielmo Jannelli ed ai messinesi. Con tale esposizione – conclude Maraniello – prosegue l’importante collaborazione del Mart con la Regione Sicilia nel comune intento di promuovere l’arte attraverso rassegne di alto profilo, capaci di presentare al pubblico maestri dell’antico e del contemporaneo”.
L’entusiasmo della dottoressa Di Giacomo, direttrice del Museo regionale cittadino
Una mostra che comincia là dove si conclude la collezione permanente, “scavalcando” la terribile cesura del terremoto del 1908 e restituendo a Messina il ruolo di protagonista della contemporaneità. Un Primo Novecento paradossale, di distruzione e ricostruzione, lutto e nascita, dal quale il Museo Regionale di Messina prende le mosse per tessere una cucitura paradigmatica tra il “prima” e il “dopo”, così che nell’ex Filanda Mellinghoff, accanto ai capolavori della mostra, restano a disposizione dei visitatori, in occasione unica e irripetibile, i capolavori delle prime sei sale della collezione storica, i Caravaggio, gli Antonello.
E sta anche in questo – nel gusto di una provocazione estetica e storica che sottolinea, sopra tutto, la continuità spesso negata di “capitale” culturale e delle sperimentazioni della città – il valore di “unicum” dell’esposizione, curata dal Museo nostrano con il Mart. Con i Depero, i Balla, i Severini, vanno in mostra infatti – tra opere e foto, riproduzioni anastatiche e suggestioni di colori e scritte – gli anni del Futurismo messinese, irradiato dal fervore ricostruttivo, “rinascimentale”, che si schiude dall’azzeramento del 1908 e di questo fa “opportunità”.
”L’‘azzeramento’ della città siciliana, ‘emancipata’ dal suo passato – spiega ancora la studiosa – si propose nell’immaginario collettivo avanguardista come simbolo della rinascita, mentre fondatori del movimento intrattengono proficui rapporti con un gruppo di giovani intellettuali messinesi, fra i quali i redattori, poeti paroliberi, della ‘Balza’ futurista, mentre al ruolo di Jannelli e ai sodalizi con Depero, Balla, lo stesso Marinetti è affidato il prosieguo del fenomeno futurista nella provincia messinese che vede nella straordinaria realizzazione di Angiolo Mazzoni l’ultimo, significativo exploit”.
“L’approvazione degli interventi, finanziati dalla Comunità Europea, preliminari all’apertura del nuovo Museo di Messina e relativi all’adeguamento della sede storica, oggi conclusi – aggiunge la Direttrice – ci consente di definire un polo di straordinaria attrattività, garantendo la valorizzazione di un patrimonio inestimabile, documento della poliedrica cultura artistica della città preterremoto. Si avvia con questa affascinante mostra, curata in collaborazione con il Mart di Rovereto, la futura destinazione della ex Filanda Mellinghoff, che si candida per l’ospitalità di eventi espositivi di rilievo internazionale, nella stessa area ove insiste la nuova sede, con il percorso permanente ridefinito dalla sezione archeologica fino alle soglie del 1908”.
Il patrocinio della Regione. Purpura: “valorizziamo la storia e il patrimonio della città”
E’ una “idea affascinante quella di immaginare l’evento espositivo mettendo insieme i capolavori delle Tavole antonellesche e le tele del Caravaggio con le Case d’Arte di Fortunato Depero, uno dei principali esponenti del futurismo”.
Avvia così il proprio intervento sul catalogo, Antonio Purpura, Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. E se questo “spunto”, l’Antico e il Moderno che si guardano, vicendevolmente interrogandosi, è il tratto più mirabilmente specifico della mostra nella città dello Stretto, curata dal Museo messinese insieme con il Mart, è proprio la scelta di Messina, sottolinea l’Assessore, ad essere “non casuale”.
Così che la mostra diventa narrazione – in opere e oggetti – anche del fecondo incontro tra la Città risorgente e la Ricostruzione Futurista dell’Universo, lanciata con l’omonimo Manifesto nel 1915. che per la prima volta, in modo straordinariamente originale, ha spaziato nel vasto campo delle espressioni dell’estro umano. “Non c’è dubbio, un matrimonio perfetto – conclude l’Assessore – per aprire agli ospiti i nuovi ambiti museali, resi fruibili e attrattivi grazie ai progetti di rinascita e di adeguamento dell’ex Filanda Mellinghoff, sede del Museo di Messina dal 1914 a oggi, finanziati con i fondi europei del Programma Po FESR 2007-2013. Un ‘matrimonio perfetto’ che contribuisce in modo diretto ed efficace alla valorizzazione di un patrimonio inestimabile, documento della ricchezza artistica italiana e della Messina pre e post-terremoto”.