Accorinti nel fortino: Pdr e Ncd pronti alla resa dei conti. Signorino e De Cola difendono l’operato dell’Amministrazione
Come volevasi dimostrare, il ritorno alla normalità è più complicato del previsto. L’erogazione idrica, iniziata alle 3 di notte dalle parti dell’Annunziata per poi proseguire lungo il perimetro cittadino, è stata sospesa verso le 8, allorquando i serbatoi dell’Amam sono rimasti vuoti. Secondo i vertici della partecipata circa il 60% del territorio è stato servito, senza intoppi di sorta. La domanda ha raggiunto vette impressionanti dalle prime luci dell’alba, segno che le rassicurazioni offerte dalle istituzioni non vengono ritenute attendibili. Se a questo dato aggiungiamo l’ordinaria gestione domestica, fra lavatrici e lavastoviglie le risorse accumulate sono state prosciugate rapidamente. Frattanto in nottata è giunta nel porto cittadino la nave cisterna garantita da Prefettura e Protezione Civile, un’ulteriore riserva da mettere in circolo nelle tubature. Sul versante di Calatabiano i lavori sono ormai stati ultimati: il rinforzo della tubatura con 10 piastre d’acciaio è andato a buon fine e lo scorrimento delle acque, ancorché a portata ridotta, non mostra particolari criticità. Segnali d’ottimismo l’Amam li ha mostrati anche in relazione al bypass di Forza d’Agrò: il collegamento infrastrutturale sarebbe pronto e il suo utilizzo potrebbe rivelarsi da subito decisivo per il pieno superamento dell’emergenza.
Fra colpi bassi e valutazioni diametralmente opposte, sarà forse il caso d’inquadrare meglio quanto avvenuto. Il problema del dissesto idrogeologico è noto da tempo e non può essere imputato all’attuale Amministrazione: Accorinti non ha innescato la frana e metterla su questo piano sarebbe ridicolo. Tuttavia la capacità d’intervento della Giunta, la predisposizione strategica di un piano B in caso di penuria da Fiumefreddo, la politica della prevenzione dei rischi, tutti questi elementi rivelano clamorose mancanze imputabili al Governo cittadino. Il Consiglio Comunale, a sua volta, non è una stanza vuota in cui si sfila per prendere il gettone di presenza: è un consesso istituzionale che nei mesi precedenti non ha mai ritenuto necessario discutere di queste criticità, salvo comunicati stampa mai sbarcati in Aula. E non si può rinviare tutto, obtorto collo, alle valutazioni del personale tecnico dell’Amam, pena l’assoluzione collettiva di una classe dirigente che ha mostrato, al bisogno, di non essere capace d’affrontare le difficoltà.
Accorinti ha poi una responsabilità ulteriore che è quella del narcisismo mediatico, cui si affianca – mestamente – la totale assenza di giudizio circa l’opportunità di talune dichiarazioni. Nell’emergenza vissuta Palazzo Zanca ha delle colpe palesi, eppure si è pensato di polemizzare con quanti invocavano o invocano il Ponte, di rispolverare il vessillo dell’acqua pubblica. Così facendo la crociata contro Siciliacque Spa è divenuta l’elemento portante di una polemicuzza stracciona e miope, laddove è bastato un tubo rotto, nella partecipata pubblica di riferimento, per paralizzare una città e ridurla alla sete. In un regime di concorrenza e di libero mercato, ove la mancata erogazione sarebbe corrisposta ad una perdita economica per gli attori chiamati a gestire il servizio, tutto questo non sarebbe successo.